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L'opinione

Costruire nuove regole per una Rai più moderna

Il rischio vero è che, nel nostro Paese, informazione faccia sempre più rima con omologazione. E la Rai, in questa fase, sembra adagiata sulle sue incertezze, perdendo quotidianamente ascolti, credibilità e, conseguenzialmente, incassi. Il bilancio di Rai spa, nel 2023, si è chiuso in rosso per 40 milioni di euro. Mediaset, nell’ intera giornata, sopravanza, ormai, gli ascoltatori della tv di Stato. E mentre alcuni canali sembrano aver rispolverato un giornalismo d’ inchiesta coraggioso, irriverente, quasi corsaro, la principale fonte culturale del Paese si muove tra polemiche inutili e pretestuose sicuramente evitabili per il bene della “governance” e della stessa maggioranza di governo. Usciamo da elezioni europee che hanno rinvigorito il progetto di Giorgia Meloni e del centrodestra. Contingenze internazionali portano oggi l’Italia al centro del sistema europeo. Non è più tempo di una fedeltà calligrafica alle scelte di chi guida. C’è, invece, la necessità di un’operatività industriosa che meglio disegni le cronache di un Paese che vive ancora i suoi problemi, dando voce ad idee e traiettorie nuove. La leader di Fratelli d’Italia non ha oggi bisogno di sudditi. La sua capacità comunicativa si è rivelata di notevole impatto. E supera, anche attraverso i social, i confini di un semplice telegiornale. È il momento di nuovi programmi e di regole nuove. Rivedendo anche le scelte di un pluralismo sbagliato, di una par condicio che dà voce, per tutto l’anno, anche a chi ha percentuali da prefisso telefonico, in un concerto di voci che confonde ogni ascoltatore. La sua genesi appare oggi anacronistica. Una lottizzazione di spazi che non possiede più le sensibilità etiche, culturali e sociali degli anni ’70 ma si è ridotto ad un fenomeno tossico, ad un degrado generale dove tutti sembrano schierati: politici, giornalisti, intellettuali e che travalica i giorni delle elezioni per affermare il suo principio per tutto l’anno. Muoversi su un diverso pentagramma significa dar spazio all’ innovazione, riacquistare ascolti, offrire nuovi codici interpretativi ad una Rai che ha bisogno di sterzare.

*Già componente della Commissione Parlamentare di Vigilanza della Rai

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