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L'opinione
21 Giugno 2024 - 09:39
Come ogni elezionie anche le recenti consultazioni europee hanno mietuto le loro vittime. Clamorosa, in Francia, la sconfitta subita da Emmanuel Macron, costretto a sciogliere il Parlamento e a indire nuove erezioni per cercare di arginare l’avanzata della destra di Marine Le Pen. Una sorte analoga è toccata in Italia a Giuseppe Conte, leader dei cinquestelle il cui insuccesso ha provocato “l’ira funesta” di Beppe Grillo, dominus dei pentastellati e fondatore del movimento. Ambizioso com’è, caso più unico che raro, ha guidato indifferentemente prima un governo di centrodestra e poi uno di centrosinistra, era convinto che in questo turno elettorale i cinquestelle avrebbero superato il Pd di Elly Schlein conquistando così la leadership dell’opposizione. E accaduto esattamente il contrario, cosicché Grillo è andato a raggiungere Matteo Salvini nel “recinto” dei grandi sconfitti, mentre, ottenendo un rilevante numero di consensi, tanto quanti neppure lei si aspettava, la Schlein ha rafforzato notevolmente la sua posizione e ora l’opposizione è più saldamente che mai nelle sue mani. Grillo – a quel che si dice – starebbe ora cercando una nuova guida per i cinquestelle, ridando vita al partito del “vaffa” ma vanno tenute presenti due cose. La prima è che quasi mai la stoia si ripete e che il successo della ricerca grillina è ancora tutto da verificare la seconda che la base pentastellata non guarda ora Grillo con lo stesso favore di un tempo, accusandolo di averla abbandonata e di non avere più ormai lo stessa carisma. Non è da pensare, conoscendone il carattere, che Conte, prendendo atto della sconfitta subita e non vedendo molte possibilità di ripresa, sia orientato ad abbandonare autonomamente la leadership del movimento. E allora? C’è tra i pentastellati chi invoca l’avvento di Grillo alla testa dei cinquestelle, ma si tratta di un’eventualità pressoché impossibile. In tutti questi anni, il comico genovese (lo chiamiamo così per la forza dell’abitudine, ma Grillo non fa ridere ormai più nessuno. Anzi…) ha fatto chiaramente mostra di non voler assumere responsabilità politiche dirette e non è assolutamente intenzionato a mutare atteggiamento anche se la sorte del movimento da lui fondato dovesse essere segnato. In tal caso, tuttavia, l’uscita di scena di quello che è attualmente il secondo partito dell’opposizione, potrebbe scatenare una nuova battaglia tra cenro destra e centro sinistra per accaparrarsi i consensi di coloro che sinora hanno militato tra i pentastellati. È ancora da accertare sino a quando il movimento continuerà ad esistere, ma la cattura dei voti del movimento sarà, con ogni probabilità e con buona pace di Conte, uno dei temi centrali della vita politica del nostro Paese in quanto potrebbe condizionare le scelte del centrodestra e del centrosinistra.
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