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L'opinione
27 Giugno 2024 - 10:00
Quante statue di donne ci sono nelle piazze italiane? Pochissime! La disparità tra femmine e maschi raffigurati nei bronzi cittadini è figlia della disparità millenaria di occasioni offerte alla popolazione femminile mondiale di cui, lentamente, si va prendendo coscienza e a cui, ancora più lentamente, si tenta di porre rimedio. Installare una statua raffigurante una donna è, pertanto, qualcosa che fa ancora notizia. L’inaugurazione della statua di cui di seguito racconteremo, per svariati motivi, rappresenta un avvenimento ancora più sorprendente di quanto si possa immaginare. Lo scorso 22 giugno, sul lungomare di Stintino, in provincia di Sassari, è stata istallata la “Statua della Pace”. Si potrebbe subito pensare agli attuali tristi venti di guerrama questi c’entrano poco; le vere motivazioni ispiratrici di questa effige, rappresentante una giovanissima donna seduta su una sedia con accanto un’altra sedia vuota, sono tutt’altre. I tratti somatici della donna raffigurata sono orientaleggianti. La scultura è stata donata dalla Corea del Sud alla nota città sarda per commemorare le vittime di atroci comportamenti perpetuati durante la seconda guerra mondiale ai danni di giovanissime coreane costrette alla schiavitù sessuale dal Giappone per soddisfare gli istinti dei suoi soldati. In particolare, quella di Stintino, è l’ennesima istallazione voluta dalla Fondazione “Consiglio Coreano per la giustizia e la memoria della schiavitù sessuale militare da parte del Giappone”; tante altre sono state già collocate in varie parti del mondo per ricordare quelle che sono state denominate “donne di conforto” . Si stima che furono circa 200 mila le giovani ragazze cinesi e coreane costrette a “darsi” ai soldati, fino a sessanta al giorno. Alcune di esse sono ancora vive e, nonostante il Giappone abbia riconosciuto, nel 1992, i propri crimini esse ritengono che non sia stato fatto abbastanza per le vittime delle violenze coloniali inflitte a parte della popolazione della Corea del Sud. E mentre, anche nel caso di Stintino, il Giappone, per i tramite dell’ambasciatore in Italia, ha manifestato il suo disappunto, la sindaca Rita Vallebella,ha evidenziato che lo scopo fondamentale è quello di accendere i riflettori sulle donne vittime di violenza sessuale durante le guerre, da quelle cui si riferisce la statua in questione ai continui casi delle ultime guerre fino a quelle ancora in corso. Iniziativa molto significativa per il corpo delle donne da sempre violato!
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