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L'opinione
27 Giugno 2024 - 10:12
Gentile Direttore, terminati anche i ballottaggi delle elezioni amministrative nelle città e cittadine superiori a 15.000 abitanti, tra cui 5 capoluoghi di Regione, c’è il rituale commento dei vincitori e vinti, con la consueta abitudine, tutta italiana, che dei vinti non si trova traccia, mentre i vincitori sono più numerosi degli stessi Comuni andati al voto. Un normale cittadino straniero, se avesse voglia di leggere o ascoltare i vari leader dei partiti, movimenti, liste civiche, ed altro, si troverebbe di fronte ad un guazzabuglio, dove bisogna aver fatto un corso speciale di “fantasia italiana”, per sapere cosa è accaduto nelle nostre città protagoniste anche del voto amministrativo. Il Centrosinistra (per la verità, non so dove sia il “Centro”) canta vittoria, perché ha conquistato tutti i capoluoghi di Regione, cinque dei quali erano già loro; il Centrodestra (più correttamente, Destracentro) rivendica conquiste di Comuni capoluoghi di provincia, come Lecce ed Avellino, dove la sinistra era da tempo al potere. Ad Avellino, poi, è la prima volta in assoluto che vince una coalizione non più riferibile alla sinistra della base Dc demitiana e la sinistra ortodossa di sempre; il sindaco dimissionario Festa, agli arresti domiciliari, ha avuto la soddisfazione di registrare il successo della sua vecchia coalizione e l’elezione a sindaco di una donna, già sua vice nella trascorsa consiliatura, alla quale gli sconfitti possono contestare il contestabile, tranne il grande coraggio di candidarsi alla prima carica elettiva, pur essendo ella stessa indagata. I “vecchi” amici democristiani, l’on. Gianfranco Rotondi, e il valido giornalista Rai Rino Genovese, famoso per i suoi reportage sui Borghi della Campania, che hanno dato indicazioni dopo il primo turno elettorale, di votare l’ex vice sindaca, oggi sindaca, Laura Raggi, hanno ben donde di essere soddisfatti. Tanto premesso, dunque, ci si aspetterebbe una specie di “tregua” elettorale, posto che le prossime elezioni ci saranno tra circa un anno, probabilmente nell’inoltrata primavera del 2025. Niente di tutto questo, invece, almeno per quanto riguarda la Campania. Da noi, la politica (“p” minuscola) non va mai in vacanza: già si “affilano le armi” per la ricerca del candidato ideale a presidente della Regione e addirittura le candidature. Ovviamente, per la “società civile”, termine che sembrava scomparso dal lessico politico, dopo la “scorpacciata” conseguente all’azzeramento di un’intera classe politica, con l’operazione “Mani pulite”, quando ci si accorse che era composta da persone che avevano cambiato solo la pelle dell’appartenenza di un tempo, o, peggio, erano validi professionisti nel loro campo, ma di politica e di esercizio di tale “arte” (la Politica con la “ P “ maiuscola è una vera arte, perché richiede intuito, capacità di ascolto, attitudine alla mediazione, senza “accenti di superiorità”) erano completamente digiuni ed anche poco propensi a cambiare le abitudini, dovendo piegare la loro propensione all’”ego” a quella del “propter”. In questo momento è più il Centrodestra (ripeto ancora sia più giusto appellarlo Destracentro ) che si sta caratterizzando. Si discute a chi spetta l’indicazione del candidato “Governatore”, a seconda dei voti personali portati in dote alle Europee, o i voti di lista dei partiti della coalizione. Un “enigma”, questo, che appassionerebbe molto i nostri antichi filosofi che discettavano anche se fosse più veloce l’eroe Achille o una tartaruga. Oggi, per la verità, mi sembra più un argomento “interna corporis” ai partiti stessi, che affidato ai mass-media in cui i normali cittadini vorrebbero leggere od ascoltare le numerose ricette da prescrivere per i tanti malanni di cui soffre la Campania. Non va, poi, tanto bene neppure al Centrosinistra (qui, come detto, cancellerei la parola Centro e metterei Sinistra-Sinistra); l’argomento dell’individuazione del possibile candidato a presidente della Regione è stato temporaneamente messo nel cassetto, atteso che l’incognita De Luca è tutta intera sul tappeto. Se, come credo, malgrado il Pd, il presidente De Luca si ricandiderà, come già fece da sindaco di Salerno, avendone la possibilità (ho già scritto più volte che la legge elettorale campana manca del limite dei due mandati) si assisterà ad una singolare tenzone con almeno due candidati della Sinistra e, vista la propensione al “suicidio” politico del Centrodestra, come avvenne 10 anni fa alle Regionali ed altrettanti anni fa al Comune di Napoli, dando il via all’ epoca De Magistris, proponendo candidati divisivi, non ci si meravigli se avremo un “Governatore” eletto con la partecipazione elettorale di nemmeno la metà degli aventi diritto. Nelle more di queste “epiche” battaglie, per favore, ci lasciate in pace almeno per l’estate?
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