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L'analisi
28 Giugno 2024 - 13:02
I fatti. Saranno quelli a smantellare la coalizione posticcia popolari-socialisti-liberali che nega e al tempo stesso conferma l’esito del voto europeo. Lo nega perché le elezioni nel Vecchio Continente dicono che il centrodestra (popolari e conservatori) ha guadagnato voti e seggi, mentre la sinistra (progressisti e formazioni radicali) ha perso; lo conferma perché vincitori e sconfitti non sono uniformemente distribuiti né negli schieramenti politici (destra- sinistra) né nella delimitazione geografica. Si tratta di una contraddizione insanabile che riflette quella insita nel sistema europeo: né il centrodestra né la sinistra hanno da soli i numeri per governare. Di conseguenza la grande coalizione è una scelta obbligata. Può essere allargata più o meno a destra o più o meno a sinistra, ma il suo nucleo centrale non cambia. È un’anomalia politica che produce una paralisi decisionale: conciliare posizioni molto diverse, infatti, produce un compromesso continuo. Il punto è che bisognerebbe ricordare che governare vuol dire decidere, facendolo sulla base di una visione univoca della società e del mondo. Di conseguenza il compromesso fra posizioni così distanti è la negazione del concetto stesso di agoverno. Infatti l’Unione non viene governata da una maggioranza in Parlamento, ma dagli Stati attraverso il Consiglio Ue. Tuttavia, il ruolo dell’Europarlamento negli ultimi anni è cresciuto. I fatti dicevamo. In quest’ottica va guardato il tentativo di Giorgia Meloni d’inserirsi tra Popolari e socialisti per guadagnare spazio decisionale. Non solo con una possibile astensione (o una sorta di appoggio esterno) all’elezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione, ma soprattutto provando a spostare a destra l’asse politico delle decisioni concrete. Su temi come migranti, difesa comune, sfida demografica, competitività dell’economia europea, accordi con i Paesi africani e transizione ecologica Meloni punta a far emergere l’incompatibilità fra l’identità del Ppe e quella socialista. Lo stesso ragionamento vale per i liberali: le libertà personali ed economiche che il liberalismo difende vengono ridimensionate, quando non addirittura negate, dalla visione progressista. La premier proverà a far esplodere queste contraddizioni per poi incunearsi all’interno di esse, provando a formare maggioranze di volta in volta sulle singole tematiche che stanno più a cuore all’Italia. Il blitz ideato da Scholz e Macron per blindare l’intesa sulle nomine prima del Consiglio europeo che si chiude oggi - tenendo fuori l’Italia per poi coinvolgerla solo a cose fatte - è l’estremo tentativo di perpetuare la centralità dell’asse franco-tedesco sugli assetti comunitari. Un asse messo gravemente in crisi dal voto degli europei che hanno espresso la volontà che l’Europa cambi direzione, e che subirà un nuovo scossone dallo tsunami che si annuncia alle imminenti elezioni in Francia. Il primo anello della catena della conservazione è costituito dai socialisti, che condizionano il loro voto a von der Leyen al non coinvolgimento dei conservatori. È un gioco già visto tante volte: chi ha perso le elezioni prova a dividere i vincitori demonizzandone una parte, assicurandosi così la possibilità di continuare a governare. Il Ppe è a sua volta diviso, finendo così per favorire il gioco delle sinistre con la scusa di dell’antieuropeismo. La vera battaglia Meloni la giocherà all’Europarlamento dove, salvo intese dell’ultima ora, von der Leyen camminerà sulle uova. La sua maggioranza è molto risicata, e si prevede che i franchi tiratori possano essere 40-50. Abbastanza per affondarla. Non a caso in queste ore la presidente uscente della Commissione Ue che aspira alla riconferma, sta tenendo aperto il dialogo con Meloni sulla base dell’unico scambio possibile: la vicepresidenza dell’Esecutivo e una delega di peso per il commissario italiano in cambio di un appoggio di Fdi, ma solo nel segreto dell’urna. Un crinale stretto che rischia di far apparire l’Europa solo una stanza di compensazione per accordi di potere. Allontanandola così sempre più dai cittadini.
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