Cerca

L'opinione

Il sudoku della Francia e le impossibili alleanze

Monsieur Melenchon, ubriaco dal risultato degli exit-poll francesi, si è presentato pochi minuti dopo la chiusura delle urne sul podio e lì ha scaricato tutta la sua rabbia

Monsieur Melenchon, ubriaco dal risultato degli exit-poll francesi, si è presentato pochi minuti dopo la chiusura delle urne sul podio e lì ha scaricato tutta la sua rabbia. Su Macron, suo compagno di cordata, reo di aver perso, a suo avviso, le elezioni, sulla Le Pen, incapace di ottenere la maggioranza, sui sondaggisti che avevano previsto un risultato diverso. Un monologo sufficientemente confuso, invocando il nuovo mandato per il suo partito, promettendo il rispetto di un programma che, tra l’ altro, dovrebbe riportare l’età pensionabile a 60 anni. Ostracismo verso tutti mentre attorno i fedelissimi distribuivano ovazioni. Melenchon non sarà certo incaricato di formare il nuovo governo. Il Nuovo Fronte Popolare ha eletto solo 182 deputati, non bastano a formare una maggioranza. Dovrà provare a dialogare con i 168 parlamentari di Ensamble pour la Republique di quel Macron disegnato erroneamente come uno sconfitto e, magari, con gli stessi repubblicani che godono di un discreto pacchetto di voti in Parlamento. Il primo ministro Attali, ieri, si è subito dimesso per favorire la transizione ma, al momento, gli è stato spiegato di soprassedere. Macron, intelligentemente, ha affermato che parlerà a bocce ferme, tra tre giorni. Partirà prima per Washington per il vertice della Nato, poi, da politico consumato, giocherà le sue carte. Spetta a lui indicare il nuovo premier, un uomo che costruisca alleanze, senza rompere una cristalliera delicatissima. Si fa strada l’ipotesi di un premier apparentemente esterno alla politica, soluzione per la quale in Italia siamo maestri (Renzi, Monti, Conte, Draghi). Ma l’individuazione del nome appare difficile ed il percorso è fuori dalla tradizione francese. Probabilmente, si insedierà il nuovo Parlamento, si faranno sicuramente passare le Olimpiadi di Parigi (non vale la pena scontrarsi mentre la Francia è sotto gli occhi del mondo) e, per un po' di mesi andrà avanti il vecchio esecutivo. Poi, si tireranno le somme. Nel frattempo, il Rassemblement National di Marine Le Pen, con i suoi 143 seggi, appare solo apparentemente sconfitto. Tutti si sono coalizzati contro, il refrain dell’antifascismo è stato distribuito a piene mani. Impossibile vincere in questo contesto. Ma RN ha praticamente raddoppiato il numero dei suoi parlamentari, la sua base è in forte crescita e le Presidenziali, ormai dietro l’angolo, sembrano l’appuntamento del destino. E con avversari così inconciliabili, come hanno confermato ieri gli indici di Borsa di Parigi, si apre ora per la destra un’autentica autostrada. 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori