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La Terra dei fuochi esiste ma c’è ancora chi la ignora

Una delle ultime operazioni condotte nell’area tristemente nota come Terra dei fuochi ha portato all’arresto di un 30enne di origini rom. Secondo gli inquirenti è responsabile di aver appiccato le fiamme all’interno del campo di via Carrafiello a Giugliano. L’ennesimo rogo tossico di una serie che solo in quell’area ha fatto registrare tre incendi in appena 5 giorni: una media spaventosa! L’aspetto ulteriormente inquietante della vicenda è rappresentato dal fatto che i roghi tossici sarebbero stati appiccati per ritorsione dopo i controlli effettuati dalle forze dell’ordine proprio in quell’accampamento abusivo.

A bruciare, come spesso succede, cumuli di rifiuti pericolosi, perfino parti di auto (per lo più rubate), che rilasciano nell’aria fumo acre, nero, denso e naturalmente dannoso per la salute di chi risiede nella zona. Solo grazie al lavoro dei vigili del fuoco è stato possibile estinguere l’incendio: nel frattempo però, il danno era già stato fatto. Quanto accaduto nei giorni scorsi è purtroppo solo un altro capitolo di un fenomeno che va avanti da troppi anni nella completa indifferenza delle istituzioni locali, a cominciare dalla Regione Campania che oltretutto continua ad essere sorda ad ogni denuncia, ad ogni segnalazione, ad ogni richiesta di aiuto.

Qualche esempio? Alcune settimana fa, sempre a Giugliano, un vasto rogo di rifiuti ha interessato la zona di via San Francesco a Patria. La Regione, organo specificamente competente pure per la prevenzione, sa di quell’area diventata nel tempo una discarica a cielo aperto. E, se non altro, lo dimostrano le tre sollecitazioni formali ricevute da Palazzo Santa Lucia solo nell’ultimo anno ad intervenire per la rimozione dei rifiuti. Invece nulla è stato fatto e così, alla fine, quei rifiuti sono andati in fumo, rendendo l’aria irrespirabile e impossibile la vita dei residenti, aumentando il rischio di patologie oncologiche. Sono queste indecenti espressioni di indifferenza e incapacità ad aver prodotto il risultato che la Campania in cui pure la sanità, da quasi 10 anni, è diventata un’elemosina è la terra in cui si vive due anni in meno rispetto alla media nazionale.

Ma di cosa meravigliarsi? Non certo della cieca condotta e della totale mancanza di attenzione per i territori da parte della Regione. Nel corso di una riunione di Consiglio, più di 5 anni fa, e da allora si ripete questa autentica menzogna ogni volta che si torna a parlare della questione: “Abbiamo visto che la Terra dei fuochi non è più in Campania”. Così fu sottolineato il 15 gennaio 2019 nel corso dell’Assise che aveva all’ordine del giorno il regionalismo differenziato che, allora, appoggiava a spada tratta, prima di reinventarsi oggi capopopolo del "no" alla riforma. Ma, tornando alla Terra dei fuochi questo negazionismo indecente e ipocrita è solo la cartina di tornasole di un cinico atteggiamento che, di fronte ad un dramma complesso, sapendo di non aver fatto nulla in tanti anni per contrastarlo, tenta di negare l’evidenza.

E così in questa battaglia resta impegnato solo il Governo nazionale e a certificarlo sono sufficienti i soli dati di uno degli ultimi blitz interforze condotto sul territorio delle province di Napoli e Caserta: un’operazione che ha portato all’arresto del “piromane” del campo rom e alla denuncia di decine di persone coinvolte in azioni criminali; a sanzioni amministrative per centinaia di migliaia di euro; al sequestro di decine di aree ed attività, a partire da un mega deposito di rifiuti pericolosi illegalmente stoccati. Insomma, un intervento concreto fra i tanti che costantemente le forze dell’ordine, su impulso costante dei Ministeri, mettono in campo per contrastare il fenomeno dei roghi tossici, eventi che si verificano quasi sempre nei pressi o nelle pertinenze di campi rom.

Perché, al netto del finto buonismo della sinistra, dell’indignazione a tempo che la contraddistingue quando si verifica una tragedia, non si può negare che Terra dei fuochi e campi rom siano due emergenze legate a doppio filo tra loro. Due emergenze che, tra menefreghismo e demagogia, restano tali anche se ci sono soluzioni a portata di mano. Insieme al Gruppo regionale della Lega denunciamo da sempre le bombe sociali ed ecologiche rappresentate dai campi rom autentici ordigni a orologeria che aspettano solo di esplodere per i quali chiediamo all’amministrazione regionale risposte alle nostre denunce e alle nostre segnalazioni.

Aspettiamo soprattutto che si discuta in Aula la proposta di legge che abbiamo presentato in Consiglio regionale da vari anni: un piano che prevede la chiusura dei campi presenti su tutto il territorio della Campania per far avviare, finalmente, un percorso di bonifica e di recupero di aree che sono soltanto dei luoghi di degrado e fonte di comportamenti criminali, esclusione e discriminazione. Allo stesso tempo, senza ipotizzare alcuno strumento che vada ad intaccare eventuali iniziative di edilizia popolare, abbiamo proposto soluzioni abitative di integrazione scolastica e lavorativa alternative agli attuali insediamenti. Sul piatto abbiamo messo misure concrete, di natura socio-sanitaria, oltre ad interventi operativi finalizzati a favorire la sicurezza e a prevenire situazioni di illegalità.

Davanti a un piano così articolato sarebbe stato doveroso un confronto sereno e ampio se non altro per rispettare il dramma che attanaglia centinaia di migliaia di campani. Ed è francamente indecente che l’unica risposta a questo dramma sia scaricare tutto sull’Esecutivo nazionale. Tralasciando il fatto che, in un anno e mezzo, il numero di incendi e roghi è drasticamente diminuito soltanto grazie al potenziamento dei controlli, all’aumento delle unità di forze dell’ordine, all’impiego anche di mezzi d’avanguardia per il monitoraggio, voluti dal Governo di centrodestra. Mentre la Regione continua non spendere un solo euro delle centinaia di milioni inutilmente ricevuti per bonifiche ambientali, disinquinamento delle falde acquifere, recupero del suolo e dell’agricoltura locale.

Ecco, sono queste le differenza tra chi dimostra, con i fatti, attenzione per il Nostro Posto e chi invece continua a riempirsi la bocca di vuote parole, a promettere, a mistificare la realtà solo per tornaconto politico, per interessi di partito, per restare attaccato alla poltrona. I campani hanno già pagato a caro prezzo gli effetti nefasti dell’amministrazione regionale e sinistre varie, e non possono tollerare oltre.

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