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L'intervento
12 Luglio 2024 - 10:36
Alla Sala del Lazzaretto all’interno dell’Ospedale della Pace, organizzato dal Comune di Napoli, si è svolto l’atteso incontro tra le Associazioni e il Comitato Tecnico-Scientifico per un momento di ascolto e confronto finalizzato alla pianificazione del nuovo Piano di Gestione del Centro Storico Unesco. Voglio premettere che chi scrive da anni chiede al Comune di applicare il Piano di Gestione che fu redatto nel 2011 dall’allora assessore Pasquale Belfiore, e che da mesi, anche per il cambiamento attuale delle condizioni, di adottare un nuovo piano.
Il Piano di Gestione è necessario in tutti i siti tutelati dall’Unesco proprio per l’eccezionalità e l’unicità dei valori di interesse mondiale che essi racchiudono, a maggior ragione se parliamo di un Centro storico come quello di Napoli, che per estensione, circa 17 chilometri quadrati, di cui 10,21 sottoposto a tutela dall’Unesco, è il più vasto d'Italia e fra i più grandi d'Europa. Purtroppo, il Comune di Napoli ha perso tempo e per questo si è lasciato cogliere impreparato dal cosiddetto overtourism, quel fenomeno, cioè, che registra un afflusso di turisti che supera la capacità della destinazione di accoglierli in modo sostenibile. A pagare il prezzo maggiore sono i residenti che sono stati travolti da un sovraffollamento, con la conseguente perdita di tranquillità e serenità, e dall’incremento della domanda di alloggi, beni e servizi che ha fatto salire il costo della vita rendendo difficile la possibilità di continuare a vivere in quei luoghi.
Finora Manfredi e la sua amministrazione sono intervenuti in maniera parziale e del tutto insufficiente, mentre il problema avrebbe richiesto un approccio globale e una strategia che, per esempio, diversificasse le destinazioni turistiche promuovendo visite in aree meno conosciute della città. Apprezzabile, comunque, la scelta di favorire la partecipazione locale coinvolgendo le associazioni del territorio anche se, per quello che ho ascoltato, in larga parte non sono arrivati contributi apprezzabili ma solo lamentele e rivendicazioni legate ad interessi particolari. Il nuovo Piano di Gestione, non si sa quando, ma arriverà ma nel frattempo non si può abbandonare a sé stesso il Centro storico.
Continua, infatti, l’invasione dei dehors con tavolini, ombrelloni e sedie che bloccano l’accesso anche di siti storici e artistici; avanza il degrado con cumuli di rifiuti ovunque; continua il caos generato da auto e motorini in assenza di un piano della mobilità e della sosta; cresce il fenomeno degli affitti brevi con i residenti ormai isolati nei palazzi che si chiedono: «Chi controlla tutta questa gente?».
Nel Documento Strategico, da poco approvato dal Consiglio comunale, l’Amministrazione avrebbe già potuto dare delle prime indicazioni ma anche per il centro storico, così come per le altreparti della città, si dimostra vuoto e privo di qualunque strategia. Un turismo sostenibile richiede un maggiore capacità della amministrazione comunale nel governare i fenomeni per evitare che, così come accaduto finora, ci sia una crescita disordinatamente spontanea ed al di sopra di ogni regola. Per questo motivo la necessità di redigere uno strumento gestionale per il Centro storico di Napoli diventa impellente per il raggiungimento degli obiettivi che devono mantenere nel tempo l’integrità dei valori che hanno portato al riconoscimento Unesco e coniugare la tutela e la conservazione con lo sviluppo integrato delle risorse d’area dell’economia locale.
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