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l'opinone
13 Luglio 2024 - 09:24
Cosa hanno in comune Pietro D’Orazio e Gino Cecchettin? Le loro sono esperienze molto diverse, per modalità ed esiti, di padri di vittime di violenza di genere ma in ambedue i casi c’è lo scendere in campo di un genitore che cambia la scena di un diffuso, stagnante silenzio in un proficuo, positivo palcoscenico mediatico.
Gino Cecchettin, all’indomani della tragica ed inaspettata uccisione dell’amata figlia Giulia ad opera del suo ex fidanzato, decide, insieme all’altra figlia Elena, di trasformare il grandissimo dolore del lutto in attivismo contro la piaga della violenza di genere; Pietro D’Orazio, avvertendo intorno a sé e alla drammatica storia di sua figlia, un assordante silenzio ed un pericoloso immobilismo decide, pochi giorni fa, di far risuonare quanto più diffusamente possibile il suo grido d’aiuto e racconta la storia della figlia per evitare che diventi vittima di femminicidio.
Sono due genitori disperati: uno che si ritrova improvvisamente privato di una figlia, l’altro che vede il prospettarsi concreto di un medesimo tragico scenario. E così ora tutti conosciamo la storia dell’ultimo anno e mezzo di Federica, protagonista lei, la sua famiglia ed addirittura alcuni suoi conoscenti, nonché anche il suo cane, di diversificate violenze. Sappiamo che non se ne è stata con le mani in mano, ha più volte denunciato il suo aggressore ma abbiamo anche appreso che quasi nullo è stato il riscontro di queste denunce mentre, al contrario, aumentavano gli episodi di stalking.
Non sarà stato l’esempio di Gino Cecchettin, molto presente sui media, a ispirare Pietro D’Orazio e spingerlo ad accendere i riflettori sulla storia di Federica, bensì la profonda sofferenza di un padre che ricorre allavisibilità per chiedere giustizia. Elena Cecchettin, subito dopo la tragedia di novembre scorso invitò a “fare rumore” intorno alle storie di uomini maltrattanti e da allora si è registrato un notevole incremento di presa di coscienza tra ragazze e donne adulte che riconoscono di stare vivendo relazioni tossiche e sono aumentate anche le denunce.
Chi gira per scuole e associazioni per diffondere campagne di sensibilizzazioni contro la violenza di genere raccoglie testimonianze di vittime che riferiscono di aver “preso coraggio” avendo ascoltato l’invito della famiglia Cecchettin. E così anche la scelta di Pietro D’Orazio oltre ad avere gli sperati risvolti positivi insegnerà la tenacia. Le vittime di violenza hanno bisogno di esempi contro l’agire degli stalker.
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