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La riflessione

Linea 6: sarà sostenibile? È un’inaugurazione a metà

Il consigliere del ministro della Cultura Luciano Schifone si sofferma sull'inaugurazione della nuova linea metropolitana

Linea 6 ai nastri di partenza

L’inaugurazione a metà della linea 6, che collegherà per poche ore al giorno piazza Municipio con piazzale Tecchio, è certamente un dato positivo, ma lascia molte perplessità sulla storia dell'opera e sul suo futuro. Non c'è dubbio che l'attuale sindaco Manfredi non poteva che procedere e anzi provare ad accelerare la conclusione dei lavori. Tuttavia, è necessario un piano strategico di sostenibilità, anche dal punto di vista economico. Anche se non sono un economista, non è difficile capire che così com'è, la linea non può reggere a lungo i costi di gestione. Basta considerare le fasce di tariffa pubblica applicabili in una città come Napoli, con calcoli previsionali sulla domanda di trasporto e sulla carenza di personale non ancora formato. È facile prevedere che, allo stato attuale e con la realizzazione di questo tratto metropolitano, l'utilizzo sarà molto limitato e destinato a una piccola fetta di utenza. Gli utenti di Fuorigrotta potrebbero preferire la linea 2 della Metropolitana, che arriva fino alla stazione centrale, o la Eav Cumana, che collega Fuorigrotta con il centro storico della città. Far viaggiare un passeggero costerà molto caro alla collettività. Senza parlare poi dell'evoluzione del progetto iniziale, che ha visto un'esplosione incontrollata dei costi e uno stress cittadino senza precedenti. Si tratta di un'opera ciclopica con costi stratosferici ma benefici limitati, ricca di difficoltà che hanno comportato grandi disagi e privazioni ai cittadini per 34 anni. Tutto nasce da un progetto semplice e minimale ideato alla fine degli anni '80 per fronteggiare l'ipotesi di un eccessivo incremento del traffico in occasione dei Mondiali di Calcio Italia '90. La primigenia idea, infatti, si intitolava LTR, ovvero Linea Tranviaria Rapida, e consisteva nel semplice rafforzamento della sede stradale riservata alla linea tranviaria esistente, che permetteva un collegamento celere da Poggioreale a Bagnoli. Negli anni successivi, un intreccio di varianti, sospensioni, errori e cambiamenti progettuali, fermi e rilanci di finanziamenti per progetti di Stazioni Artistiche, sprechi milionari e casse integrazioni hanno reso difficile stabilire a quale sindaco o giunta, certamente di centrosinistra, risalga la responsabilità dei ritardi e dello stravolgimento del progetto originale in questa linea pesante di metropolitana che ha trasformato la città per 34 anni. I lavori soffocanti per tutta la Riviera di Chiaia e viale Augusto hanno causato danni enormi alla stabilità degli edifici e al patrimonio arboreo della villa comunale, oltre a provocare il dissesto della falda freatica. Da Lezzi a Manfredi, passando per Bassolino, Iervolino e De Magistris, tutti hanno contribuito alla realizzazione di un'opera costata oltre 1 miliardo di euro per costruire una linea su ferro di appena 6 km, che probabilmente faticherà a entrare a regime e proporrà produttività non sostenibili. È quindi opportuno che il Comune approfitti di questi mesi di rodaggio per capire quale potrà essere l'ulteriore sforzo necessario a rendere positivo il frutto di errori accumulati dalle precedenti giunte della sinistra ferroviaria metropolitana. 

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