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l'opinione
20 Luglio 2024 - 10:39
Un medico di guardia, nell’arco di un anno, violenta nove pazienti rivoltesi a lui per farsi visitare; uno stagionale a Ponza si introduce nella casa dei vicini e violenta una giovane di 16 anni; un uomo di 30 anni, a Torino, a fine serata di discoteca, invita a casa quattro ragazze e usa loro violenza. Tre differenti scenari per identiche terrificanti esperienze di abusi sessuali. Questa la drammatica lista di notizie, insieme ad altre anche di femminicidi, sulla violenza di genere apparsa su una delle piattaforme di ricerca monotematica. Ed ogni giorno è sempre numerosissimi i casi sconcertanti.
Sembra imbattersi in bollettini quotidiani di “agguati” a inconsapevoli “prede” che vivono quella che dovrebbe essere la loro normale quotidianità. La lettura di questi drammatici elenchi porta sempre con sé un’immancabile sensazione di sbigottimento per le consequenziali, mai scontate, riflessioni sull’agire umano. Di umano, infatti, non se ne ritrova. Una donna che ha bisogno di farsi visitare da un medico non può, e non deve, temere di cadere in un adescamento da parte del professionista cui si affida.
Una ragazza che sta in casa sua non può mai immaginare che, in un qualsiasi momento di vita casalinga, un vicino le si intrufoli in casa dal balcone per sopraffarla e sfogare i suoi istinti sessuali. Un gruppo di amiche avrà la libertà di accettare di terminare una notte di svago fidandosi di quello che appare l’innocuo invito di un conoscente? Le quattro ragazze, nell’aderire alla proposta devono dare per scontato che l’uomo, da solo, con inimmaginabile furbizia possa mettere in atto una strategia per approfittare di tutte loro?
Più che realtà le storie narrate sembrano creative immaginazioni di sceneggiatori di film gialli ma sono, invece, terribili esperienze con cui le donne si confrontano nella, spesso difficile, “normalità” della loro vita. A differenza dei maschi le donne hanno sempre sulla testa una invisibile, pericolosa, spada di Damocle, costituita dal perenne rischio di restare vittime di azioni violente a scopo sessuale e ciò indipendentemente dal loro agire.
Come animali di piccola taglia nella selva di un bosco o in una savana si ritrovano a vivere, nell’ambiente lavorativo o in quello del tempo libero, sempre in modo guardingo per evitare l’incontro scontro con possibili assalitori. Nonostante ciò i risultati di numerose, accreditate inchieste, tra cui anche una dell’Oms, rilevano che una donna su tre è vittima di violenze sessuali.
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