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Promuoviamo nel Mezzogiorno grandi insediamenti produttivi

C’è tanta strada da fare nel cammino della crescita dei tassi di internazionalizzazione delle imprese meridionali

Promuoviamo nel Mezzogiorno grandi insediamenti produttivi

Le esportazioni italiane a giugno 2024, secondo i dati Istat, risultano calate del 6,1% in valore e dell’8,6% in volume. Con tutte le riserve necessarie da fare, quando si parametrano cifre elaborate da organismi differenti e inerenti periodi diversi per durata, va sottolineato come i dati diffusi contestualmente da Srm, la società di studi e ricerche sul Mezzogiorno collegata a Intesa Sanpaolo, e riferiti al solo primo trimestre 2024, ‘fotografino’ un andamento diverso per il Sud. Srm fa il raffronto tra il periodo gennaio-marzo 2024 e quello degli stessi tre mesi dell’anno precedente, e mette in luce come nel Mezzogiorno le vendite all’estero siano cresciute del 5,8%, mentre, nel suo complesso, l’export italiano sia arretrato del 3,5%. In attesa di conoscere le rilevazioni Istat disaggregate almeno per macroaree territoriali, è in ogni caso palese che nel Meridione c’è una proiezione verso i mercati internazionali che, tendenzialmente, è superiore a quella del resto della nazione.

Parliamo di trend, ovviamente, visto che l’export di beni del Mezzogiorno, di poco inferiore a un totale di 70 miliardi di euro, resta contenuto in un 11% del valore nazionale. Insomma, c’è tanta strada da fare nel cammino della crescita dei tassi di internazionalizzazione delle imprese meridionali, ma da qualche tempo, quanto meno, la marcia di avvicinamento verso gli standard del Centro-Nord è stata intrapresa. A rafforzare la sensazione che i dati Istat dettagliati per territorio confermeranno il trend delineato da Srm, vi è la notazione fatta dall’Istituto di statistica che, tra i pochi settori in cui non vi è stata la frenata delle esportazioni, figurano l’alimentare e il chimico-farmaceutico, vale a dire due dei cavalli di battaglia della ripresa delle vendite all’estero di prodotti made in Sud.

In ogni caso, questa vitalità dell’impresa meridionale va consolidata con adeguate politiche di sviluppo. Una delle strade da percorrere è l’irrobustimento del tessuto produttivo del Mezzogiorno. In tal senso l’auspicio è che Governo e istituzioni territoriali, in concordia di intenti, sappiano favorire la localizzazione di grandi insediamenti al Sud effettuati da holding di altre aree italiane oppure estere. Così come accaduto di recente in alcune zone del Nord, si possono indirizzare investimenti da migliaia di occupati anche nell’area che, per una serie di circostanze, ha tutte le potenzialità per diventare il nuovo motore produttivo dell’economia nazionale.

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