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Il rilancio del Mezzogiorno e il modello Caivano

Il rilancio del Mezzogiorno e il modello Caivano

Gli ultimi dati sulla dispersione scolastica nell’area metropolitana di Napoli, se da un lato devono spronare ulteriormente le forze attive che operano sui nostri territori per provare a risolvere in maniera definitiva il dramma della fuga dai banchi, dall’altro fanno segnare un fondamentale cambio di passo rispetto a qualche anno fa. Si registra, per la prima volta, l’interruzione di quel trend negativo che ha sempre fotografato la situazione di degrado e scarsa inclusione sociale per troppo tempo vissuta qui. Ed è difficile negare che questo sia uno dei concreti risultati del cd. decreto Caivano. Insomma, alla prova dei fatti, l’insieme delle azioni messe in campo dal Governo centrale con quel provvedimento sta dimostrando la sua efficacia, tanto da essere riuscito persino a iniziare a rompere il muro di indifferenza, apatia e rassegnazione che storicamente hanno minato il primo e fondamentale istituto per la crescita e il futuro dei nostri ragazzi: la scuola.

Persino i numeri delle segnalazioni di mancata frequenza lo confermano: nei 92 comuni della Città metropolitana di Napoli, nel corso dell'anno scolastico 2023-2024, le segnalazioni sono state in totale 3.340, di cui 727 (il 21,7%) sono arrivate al vaglio dell'autorità giudiziaria perché, a seguito dell'ammonimento dei sindaci, i ragazzi non sono rientrati a scuola. Parliamo di “alert” che provengono per la maggior parte da quartieri e comuni complessi, dove, in precedenza, su questo fronte regnava un pericoloso immobilismo che in concreto sfociava nella connivenza. Ha giocato un ruolo fondamentale in questa direzione la normativa ora introdotta, che prevede pene fino ai due anni di reclusione per il genitore che non ottempera all’obbligo scolastico del figlio fino all’età di 16 anni (e cioè sino al biennio delle superiori).

Sopratutto, però, il decreto influisce sul ruolo degli stessi Comuni che diventano motore dell’azione tesa a sconfiggere la dispersione scolastica. Le amministrazioni comunali sono state trasformate in autentica interfaccia: con gli istituti scolastici da cui arrivano le segnalazioni; con le famiglie destinatarie degli ammonimenti; con l’autorità giudiziaria, cui si denunciano i casi di genitori inadempienti e indifferenti alle sollecitazioni ricevute. Il meccanismo dimostra di funzionare e ha prodotto risultati incoraggianti e che fanno ben sperare per il prossimo futuro. A patto però, che l’azione di sinergia, di consapevolezza e di partecipazione tra le forze in campo Istituzioni, scuola, associazioni e famiglie (primo nucleo di società) continui secondo la linea dettata dall’Esecutivo nazionale.

Continui, cioè, sulle direttrici di quel modello Caivano che, lo ribadisco, ha dimostrato che le cose possono cambiare in meglio, anche in territori che per anni l’immobilismo della sinistra ha contribuito a lasciare sempre più isolati, facendoli finire spesso sotto il giogo della criminalità organizzata. Grazie al lavoro del centrodestra, con l’apporto fondamentale della Lega, si sta finalmente iniziando a garantire un livello di buongoverno che oggi sta facendo rinascere e sta rilanciando intere aree della Campania, le stesse che la politica dalle varie sfumature di rosso aveva ignorato per decenni. Di quella indifferenza, di quell’immobilismo complice, sanno qualcosa gli abitanti di Scampia, teatro qualche settimana fa di una tragedia che poteva e doveva essere evitata. A proposito, al di là delle chiacchiere di certi politicanti campani, a cominciare dal presidente della Giunta regionale, è solo grazie all’intervento dello Stato centrale se è stato dato in tempi rapidi, con lo stanziamento di risorse nazionali, il necessario sostegno agli sfollati della Vela Celeste, così da far fronte all’emergenza abitativa fino a che centinaia di cittadini non saranno collocati negli alloggi previsti dal progetto Restart Scampia.

Ma, tornando al delicato tema della dispersione scolastica, è chiaro che bisogna compiere ancora molta strada per uscire dall’emergenza. Preoccupano i dati provenienti proprio da alcuni quartieri napoletani, Scampia in testa, e di altri centri dell’hinterland partenopeo. A ciò va aggiunto che in Campania continuiamo a fare i conti con il tasso medio di dispersione tra i più alti d’Europa, oltre il 16%. Questo vuol dire che sono ancora troppi i nostri ragazzi che abbandonano i banchi precludendosi la possibilità di crescere, di acquisire conoscenza, cultura, professionalità e, in prospettiva, un posto di lavoro. Di fronte a queste emergenze, i risultati del decreto Caivano rappresentano dunque il punto da cui ripartire perchè non sono solo espressione delle misure di ordine pubblico, ma sopratutto degli investimenti che questo Governo, con il grande lavoro effettuato dal ministro Giuseppe Valditara, sta compiendo sulla scuola e sui nostri giovani.

Un lavoro concentrato verso la realizzazione di un percorso, culturale, sociale, produttivo base per il rilancio del Nostro Posto e, in generale, del Sud costruito attraverso la valorizzazione delle competenze, la ricerca sulle opportunità, la speranza, l’entusiasmo, e cioè gli ingredienti indispensabili da offrire ai nostri ragazzi affinché concludano il ciclo scolastico e si sentano in grado di programmare il proprio futuro nella terra dove sono nati e cresciuti. E’ un diritto che, per decenni, la sinistra aveva negato nei fatti. Finalmente, il nostro Governo si sta dimostrando capace di garantire, con i fatti, gli impegni assunti, ponendo la politica al servizio della collettività.

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