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Aifa: fallimentare l’approccio al vaccino “anticovid 19”

Purtroppo i mass media avevano etichettato questo giudizio in maniera speculativa

Aifa: fallimentare l’approccio al vaccino “anticovid 19”

Già da quando è stata ufficializzata la pandemia da Sars Cov 2 (Covid 19) la Fondazione Mediterraneo (parte integrante de Gli Stati Uniti del Mondo) aveva espresso la perplessità sull'utilizzo dei vaccini ad mRNA correlati alla proteina spike. Io, ematologo, in qualità di responsabile scientifico della Fondazione Mediterraneo, avendo partecipato, anche se in maniera indiretta, ad uno studio europeo sugli emofilici nel 2008 e avendone dedotto la totale inefficacia, tanto che poi se ne è ridiscusso a distanza di 15 anni da quella esperienza, avevo assolutamente contestato l'utilizzo di questi nuovi vaccini per la frettolosità e la mancanza di studi clinici.

Purtroppo i mass media avevano etichettato questo giudizio in maniera speculativa come appartenente al gruppo dei cosiddetti “novax”, mentre in realtà la contestazione era per questi vaccini ad mRNa che sono una terapia genica. Nonostante ciò, tutto quello che era possibile è stato fatto per divulgare la verità, ora, con un ritardo di tre anni, l'Agenzia Italiana del Farmaco, l’Aifa, ha ufficialmente confermato che nessuno dei vaccini Covid 19 approvati è stato progettato per prevenire l'infezione da Sars Cov 2.

Questa dichiarazione ha fatto cadere il muro dell'omertà, del silenzio ed ha aperto la strada alla verità. La gestione dell'approccio al vaccino anticovid 19 (Sars Cov 2) appare sempre più fallimentare, disastrosa ed inopportuna viste le ultime dichiarazioni dell'Aifa, oltre i risultati ottenuti e le tragiche complicazioni che ormai sono evidenti in tutto il mondo. A cosa sarebbe ormai servito il green pass vista la dichiarazione dell'Aifa?

Inoltre appare quanto meno discutile il Decreto legge del 31 ottobre del 2022, nel quale si legittimava l'obbligatorietà del vaccino anticovid per il personale sanitario ed in cui non si è tenuto conto della sentenza n. 5 del 2018 della Corte Costituzionale che, in maniera equa, aveva espresso che l'obbligo vaccinale poteva attuarsi in presenza di 3 condizioni: se migliorava la salute dell'individuo e della collettività, se le conseguenze erano solo tollerabili, se in caso di danni ulteriori non prevedibili era previsto un equo indennizzo, tutto ciò poi è stato addirittura contraddetto dalla stessa Corte Costituzionale con la sentenza n. 14 del 2022.

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