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lettera dal palazzo
23 Agosto 2024 - 10:21
La politica italiana è da sempre condizionata da eventi esterni nei confronti dei quali sembra essere afflitta da una sorta di complesso d’inferiorità e dai quali, quasi sempre, derivano le scelte dei partiti. E così anche questa volta. L’evento al quale le forze politiche fanno riferimento in questo periodo è costituito dalle elezioni americane del prossimo novembre. Mai, forse, come questa volta, la distinzione tra destra e sinistra, negli Usa, appare netta ed è quindi evidente che il centrodestra italiano si schieri a sostegno del candidato del partito repubblicano e il centrosinistra, per contro, appoggi il candidato del partito democratico.
Ma ci chiediamo: è giusto che sia così? A questa domanda non riusciamo a dare una risposta positiva, per più di una ragione. In primo luogo, è opportuno tener presente che le differenze tra l’Italia e gli Stati Uniti sono notevoli e non si possono applicare al nostro Paese gli stessi criteri che vigono negli Stati Uniti. Siamo profondamente diversi e, oltre tutto, spesso le nostre rispettive economie sono in conflitto d’interessi. Anzi, negli ultimi tempi questa conflittualità è andata ulteriormente accentuandosi.
Che Italia e Usa debbano collaborare è fuori discussione, ma questo non vuol dire che noi ci si debba “appiattire” sull’alleato. È anzi indispensabile mantenere la nostra identità nazionale che acquisisce in tal modo maggior valore. Ecco perché costituisce, a nostro avviso, un errore che lascia spazio alle rivendicazioni d’indipendenza di personaggi come Orban e Salvini guardare alla campagna elettorale in corso in America con lo spirito dei “tifosi” collegando alle elezioni Usa scelte che sono prettamente di politica interna. C’è, poi, in questo contesto un secondo aspetto da tener presente. Anche se il governo di Giorgia Meloni non ama particolarmente l’Unione europea, non è immaginabile non considerare il nostro paese elemento essenziale della Comunità.
E, per quanto questa sia strettamente alleata con gli Usa, è inevitabile che, specialmente in materia economica possa determinarsi un conflitto di interessi. In tal caso l’Italia non potrebbe non schierarsi dalla parte dell’Europa. È questa una non trascurabile ragione che dovrebbe indurci a guardare alle elezioni americane di novembre con un certo distacco. Intendiamoci, sarebbe sciocco non seguire con interesse la votazione per il presidente di quella che, volenti o nolenti, non possiamo non considerare la più importante potenza mondiale. Ma non possiamo e non dobbiamo vivere quel che accade Oltreoceano con lo spirito dei tifosi. Ed è proprio questo che qui vogliamo contestare.
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