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Immigrati, la sinistra europea si sveglia e imbarazza il Pd

Quanto sta accadendo nuovamente in Europa è la dimostrazione del clamoroso fallimento dell’idea multiculturale

Immigrati, la sinistra europea si sveglia e imbarazza il Pd

Non mi dica, signora mia. Che cosa ci tocca sentire: «Leggi più severe». «Chi non può rimanere va espulso». Addirittura «deportazione efficiente» e «repressione dell’immigrazione clandestina». No, non è il programma di Viktor Orban e neanche il prossimo manifesto elettorale di Vladimir Putin. Nossignori, sono gli strumenti con cui il cancelliere tedesco, il socialdemocratico Olaf Scholz, ha annunciato una stretta sul tema dell’immigrazione incontrollata. Inoltre, lo stesso Scholz e il leader laburista britannico, Keir Starmer, hanno annunciato un’«azione congiunta» fra Germania e Gran Bretagna per bloccare il flusso di migranti irregolari attraverso la Manica.

Benvenuti. Il brusco risveglio della sinistra europea accade dopo il brutale attentato terroristico a Solingen, la città tedesca funestata dall’attacco rivendicato dai tagliagole islamici dell’Isis. Se a questo aggiungiamo l’aggressione incendiaria e la fallita strage in una sinagoga in Francia, l’ultimo di una lunga serie di attacchi antisemiti, il quadro è tutt’altro che tranquillizzante. Certo, non siamo tornati al clima di terrore degli assalti a Charlie Hebdo e al Bataclan, ma gli allarmi si stanno moltiplicando. Peccato che la sinistra, tanto per cambiare, si svegli tardi e provi a chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. L’attentato terroristico in Germania è la dimostrazione che non bisogna abbassare la guardia, che l’odio dell’estremismo islamico verso l’Occidente resta quello che è sempre stato: una ragione mobilitante, un’ideologia del terrore che in Europa e in Italia trova terreno fertile.

Soprattutto in quella sinistra che vede nei musulmani le vittime che si ribellano all’oppressore colonialista. Tutto ciò, unito allo sradicamento identitario degli immigrati di seconda e terza generazione, genera un humus culturale di legittimazione per le azioni più turpi. Esemplare da questo punto di vista è il caso francese. Gli immigrati di prima generazione, arrivati in Francia mantenendo una chiara identità, non hanno nulla a che fare con quelli di seconda e terza generazione. Questi ultimi, infatti, conoscono bene la lingua e le leggi dello Stato di adozione, ma nessuno di loro si considera francese, bensì algerino, marocchino, maliano e così via. Al tempo stesso, però, non sanno praticamente nulla dei Paesi da cui provengono i loro genitori o nonni. Non si sentono francesi, ma la loro identità alternativa è fumosa. Sono attratti dall’i-Phone e dalla Nike, ma rifiutano il sistema di valori che sostanzia la nostra civiltà.

È come vivere in un corpo che si sente estraneo. La loro insoddisfazione è totale: il terreno ideale per far attecchire l’ideologia terroristica anti-occidentale del Jihad. Sono delle autentiche bombe ad orologeria. Dopo l’attentato in Germania e quello sfiorato in Francia, l’Europa torna a fare tragicamente i conti con la mancata gestione dei flussi migratori, da cui conseguono inevitabili carenze in materia di sicurezza. Una parte della sinistra europea almeno sembra rendersene conto. Meglio tardi che mai.

Il Pd, invece, finge di non sentire e ripete la propria preghiera per l’accoglienza indiscriminata. Quanto sta accadendo nuovamente in Europa è la dimostrazione del clamoroso fallimento dell’idea multiculturale: nel nome dell’integrazione sociale e del rispetto della diversità, ha prodotto risultati opposti a quelli dichiarati dai suoi sostenitori. Il meticciato antropologico del multiculturalismo ha teorizzato che gli immigrati dovevano poter vivere in Europa «come a casa loro», dove tutte le culture avrebbero avuto un «eguale valore». Un progetto antiliberale, perché punta a trasformare la società liberale multietnica, ma monoculturale, in una società multiculturale, cioè una società che riconosce pari dignità a norme, leggi e costumi di altre culture anche se in radicale contrasto con norme, leggi e costumi locali. Serve un piano per governare l’immigrazione. In Europa lo stanno capendo in tanti. Finanche a sinistra. Avvertite Elly Schlein.

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