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01 Settembre 2024 - 10:55
Ogni anno, in occasione della giornata nella quale se ne celebra il culto, il 19 settembre, anche nel quartiere collinare del Vomero il Santo Patrono di Napoli è al centro di speciali festeggiamenti. Si tratta infatti di un evento molto sentito dagli abitanti della collina. Bisogna ricordare, al riguardo, che la tradizione popolare, fonti epigrafiche e testimonianze monumentali collocano il primo miracolo dello scioglimento del sangue di San Gennaro proprio nel territorio del Praedium Antinianum, tappa obbligata, in epoca romana, lungo la via Puteolana che, per colles, collegava la città flegrea a Napoli.
Il miracolo sarebbe avvenuto nell'anno 315, durante una pausa della processione liturgica organizzata dalla diocesi di Napoli e della Campania per la traslazione del corpo e della testa di San Gennaro dall’agro marciano, dove era la sepoltura, alle catacombe di Capodimonte, attuale dimora delle spoglie del santo. Il corteo assistette al miracolo quando, durante una sosta sulla collina, Eusebia, la nutrice del santo, nata e residente nel casale di Antignano, al Vomero, donò le ampolle contenenti il sangue del martire, raccolto, come si usava all’epoca, presso la solfatara all’atto del martirio, e custodite dalla stessa nutrice per anni.
La tradizione popolare vuole che il miracolo sia stato determinato dall’incontro tra la testa e il sangue del Santo. L’evento viene ricordato sia da un altorilievo con Eusebia genuflessa che dona le ampolle al Vescovo in testa alla processione che si trova nella Basilica pontificia in via S. Gennaro ad Antignano, una delle tre chiese le altre due sono quelle di San Gennaro al Vomero, in via Bernini, e di San Gennariello o della Piccola Pompei, la più antica delle tre, in via Cifariello -, dedicate al santo nell'ambito del Vomero, sia dal cippo che nel 1941 venne posto dalla delegazione pontificia a poca distanza dalla stessa Basilica. Eppure, come hanno confermato gli ultimi dati sui nomi più diffusi a Napoli, coloro che si chiamano Gennaro rappresentano una sorta di specie in via d’estinzione.
Finiti oltre il decimo posto e mortificati, per numero, dagli Antonio, dai Giuseppe, dai Vincenzo, dai Salvatore, dai Giovanni e dai Ciro che precedono il Santo Patrono del capoluogo partenopeo di gran lunga. Quasi inesistente poi il nome al femminile, dal momento che le neonate, alle quali annualmente viene dato il nome Gennara, si possono contare sulle punte delle dita di una mano. In ambito nazionale, osservando la serie storica dei bambini ai quali è stato dato il nome Gennaro dal 1999 al 2019, sulla scorta dei dati pubblicati dall'Istat, si osserva un andamento perlopiù decrescente con un minimo nell'anno 2019, di appena 297 bambini registrati con il nome Gennaro, corrispondente allo 0,14% sul totale dei maschi nati in quell'anno in Italia, la maggior parte dei quali ovviamente di origine campana. Solo negli anni 2015 e 2016 si registrò una leggera ripresa, rispettivamente con 373 e 379 bambini di nome Gennaro, mentre la punta massima si ebbe nel lontano anno 2000, con 614 bambini ai quali fu dato il nome Gennaro, pari allo 0,22% su scala nazionale.
Napoli rischia così di perdere una delle sue più antiche e belle tradizioni non scritte, che, in passato, voleva che in ogni famiglia vi fosse un figlio, per lo più il primogenito, che tramandasse il nome del Santo Patrono. Tradizione che ha certamente contribuito a far conoscere il capoluogo partenopeo nel mondo. Ancora oggi, in qualunque località della Terra dove vi è un Gennaro, esiste e vive un pezzo di Napoli. Un nome peraltro di antiche e nobili origini latine, derivante dal dio bifronte Giano, dal quale prende il nome anche il mese di Gennaio, il primo mese dell’anno. Bisogna assolutamente risalire la china. Per agevolare questa risalita rilancio la proposta, già avanzata negli anni scorsi, senza però alcuna risposta operativa da parte delle amministrazioni regionale e comunale, di offrire un omaggio simbolico, che potrebbe essere rappresentato da un corredo per il neonato o da un buono corrispondente all’equivalente in euro, da spendere in esercizi commerciali per neonati, a quelle coppie che scelgano di chiamare Gennaro o Gennara il nascituro o la nascitura.
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