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02 Settembre 2024 - 09:13
Adl e Conte si parlino sempre e senza peli sulla lingua
La fatal Verona ha segnato subito un punto cardine in questa stagione. Non era iniziata bene con Conte che alla vigilia aveva di fatto detto: “Questo non è il Napoli che avrei voluto presentare in campo alla prima di campionato”, demoralizzando i sopravvissuti ma di certo il segnale lanciato alla società fu netto E dev’essere stata acqua benedetta più che termale quella condivisa dal tecnico con De Laurentiis il blitz ad Ischia che in tempi di telefonini voraci non poteva rimanere nascosto. Chiarimento fu: netto, categorico. Da allora è nato senza più indugi il Napoli di Conte. Qualità altissima come ai tempi di Rafa Benitez, il tecnico che ha il merito di aver dato la svolta internazionale al Napoli con Albiol, Callejon, Higuain, Reina e compagnia. Conte ha preteso Lukaku, facendo sì che in due anni Osimhen passasse da statuina del presepio a ricordo, e ancora McTominey, Gilmour, Neres e prima ancora Buongiorno e Spinazzola. Ed è qui che entra in gioco la rivoluzione copernicana di De Laurentiis, presidente bravo a fare i conti che ha sempre privilegiato gli acquisti prospettici a quelli destinati per età a dare il meglio nell’esperienza in azzurro con varie nuance ma forse con successiva cessione alla meno peggio. Adl ha lasciato alle spalle una stagione stracolma di errori, in cui la certezza di essere in fondo il vero artefice del ciclo che ha poi portato allo straripante scudetto della gestione Spalletti-Giuntoli, per consentire a Conte di poter certificare anche la sua rinascita. All’indomani di una vittoria che, pur vedendo gli azzurri “capatosta” tener conto anche del vantaggio di un successo contro una squadra in 10 e con un portiere di fatto inventato, balza evidente la proverbiale famelica mentalità di Conte e del suo pensiero che va da Oriali ai magazzinieri, e soprattutto una rosa di calciatori che comincia ad avere spessore a livello delle favorite. Ripartire dai bassifondi (la classifica dello scorso anno davvero non fu un caso, ha ragione Conte) non è semplice e chiede una disponibilità al sacrificio che non è inteso solo come allenamenti duri, mentalità ascetica, ma principalmente organizzazione senza cedere alla tentazione di avere elementi importanti al posto sbagliato. Certo, il Napoli società non ha la struttura del grande club inglese tipo Liverpool o Manchester City, né del Bayern Monaco o del galattico Real Madrid, ma si avvia ad inserire la “parola al campo” in un dizionario di competenza senza invadenza. Il Presidente che ha raccontato di aver apostrofato Garcia, di aver scosso Mazzarri, di aver strillato con Calzona e prima ancora aver duellato verbalmente con Spalletti pur autore con la sua squadra di un successo storico non solo per l’albo d’oro e per i numeri offerti, sembra paradossalmente quasi il miglior acquisto della stagione coi suoi comportamenti senza smodati interventi. Sappiamo che esiste un decalogo di “azione ed operatività” che certamente non riguarda Adl. Ma si ha tutta l’impressione che il Presidente lo abbia letto con molta attenzione. Chissà che questo nuovo corso non disegni un percorso che possa riservare alla fine orgoglio e risultati.
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