Cerca

L'opinione

Un voto che boccia Germania ed Europa

Un voto che boccia Germania ed Europa

Bjoern Hoecke, Björn Höcke, leader di AfD che ha vinto in Turingia

Cari amici lettori, dopo la Francia, la Germania. Dopo le difficoltà in cui si è trovato (e si trova) Macron a causa dell’avanzata della Le Pen, il crollo dei partiti della sinistra governativa in Turingia e Sassonia crea non pochi problemi a Scholz. Occorre, in primis, tener conto del fatto che al voto hanno partecipato oltre il 75% degli elettori, non c’è stato cioè, l’ormai consueto astensionismo.

Alternativa per la Germania, il partito di estrema destra, accusato di nazismo e perciò emarginato da un “cordone sanitario”, come il Rassemblement in Francia e il M.S.I in Italia, è diventato il primo partito in Turingia, ove può impedire qualunque delibera che richieda una maggioranza di due terzi, e il secondo in Sassonia, peraltro con oltre il trenta per cento di voti. Resiste la C.D.U, che peraltro non è al governo nazionale.

Dei partiti governativi, i socialisti scendono al 6,1 e al 7,3, scompaiono i liberali, i verdi sopravvivono a fatica solo in Sassonia. Terzo è il nuovo partito B.S.W, nato da una scissione della Linke, che, pur essendo di estrema sinistra, concorda con l’estrema destra sulla necessità di una pace in Ucraina e di un programma di “demigrazione”, cioè di rinvio dei migranti abusivi nei loro paesi, nonché sull’ostilità alla politica green.

La maggioranza degli elettori, cioè, è contro la politica del governo europeo e di quello tedesco. Occorre tenere conto del fatto che entrambi i Länder si trovano nella Germania dell’Est, già comunista. Questo significa che i cittadini, avendo provato sia la conquista materiale russa sia quella economico-culturale statunitense, siano oggi convinti che la seconda sia peggiore della prima.

Mentre i governi di Bonn hanno significato la rinascita della Germania postbellica, quelli di Berlino cominciano a somigliare a quello di Weimar. Sorge, ora, il problema della governabilità delle due regioni. In Turingia nessun governo è possibile senza il sostegno della nuova sinistra di Sara Wagenknecht, ma anche in Sassonia è molto difficile farne a meno.

In Sassonia i democristiani della Cdu potrebbero formare un governo con Spd, Verdi e Linke, ma avendo una maggioranza veramente minima. In Turingia spetta alla Bsw decidere se vuole formare maggioranza con i democristiani o con l’estrema destra. La Wagenknecht ha escluso un accordo con AfD, ma ha anche dichiarato che “stabilire che tutto quello che dice l’AfD sia sbagliato per principio, anche quando afferma una cosa giusta, non fa che rafforzarla”.

Questa sembra, in verità, una rinunzia all’ideologia del “cordone sanitario” e, addirittura, un rifiuto del pensiero proprio dell’opposizione a Giorgia Meloni. Aspettiamo e vedremo. La Germania non seguirà certo l’esempio di Macron, ma Scholz sembra in ogni caso fuori combattimento. Il suo fallimento politico è dichiarato, anche se non ha l’età di Biden. 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori