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La Boccia e l’ateneo: il peso della politica

Come è arrivata ad accreditarsi presso l'ambiente universitario? Con quali titoli? Con quali specifiche competenze?

La Boccia e l’ateneo: il peso della politica

Maria Rosaria Boccia

Si tratta di un “attestato di docenza” ma “non di un incarico vero e proprio”. Così, con un bizantinismo degno di miglior causa, il direttore del Master in Chirurgia Estetica giustifica la certificazione di docenza rilasciata alla dottoressa Boccia. Il punto è, si legge sul “Mattino“, come è arrivata la Boccia ad accreditarsi presso l'ambiente universitario? Con quali titoli? Con quali specifiche competenze?

“Me l'ha presentata la deputata della Lega Simona Loizzo”, ha ammesso l'inneffabile direttore Francesco D'Andrea parlando con “la Repubblica”. Quindi il prestigioso titolo che ha aperto le porte della docenza universitaria alla dottoressa Boccia è venuto fuori essere presentata da un deputato, possibile che a tal punto sia precipitata la più antica università statale del mondo, subalternità alla più squallida politichetta, possibile che non si levi una voce di sdegno all’interno della prestigiosa scuola di Medicina e Chirurgia da parte dei suoi vertici?

E non è certo una novità in quell’ambiente assistere all’ascesa di illustri carneadi privi di qualunque titolo e qualificazione promosse dalla sera al mattino al ruolo delicatissimo di tutor di dottorato o aggiunte in automatico tra i coautori di pubblicazioni scientifiche redatte da scienziati/e di grande fama che a fine di captatio benevolentiae non negano a nessuno (con ascendenti qualificati, si intende) l’inserimento tra i firmatari di un lavoro scientifico.

Purtroppo il declino è anche infettivo e basta leggere con un briciolo di attenzione gli ammessi, i dottorandi, gli assegnisti, i ricercatori della Scuola Superiore Meridionale, istituto in larga parte emanazione della Federico II.

Intanto già in ateneo è partita la corsa al dopo, con grande anticipo rispetto ai tempi tradizionali, nei pranzi (per ora tra pochissimi), negli incontri (ancora tra pochi) e nei conciliaboli uno dei punti fissi è che occorre cominciare cambiando il direttore generale, sostituendolo con qualcuno all'altezza del gravoso compito e che non passi il tempo a sbavare intorno ai potenti (si pensi allo sfacelo degli uffici tecnici dopo l'andata via del bravissimo ingegnere Fisciano, dirigente di grande valore capace di organizzare le strutture al meglio ed attualmente direttore generale della Scuola Superiore Meridionale).

Si avverte in giro fortissima l'esigenza di una gestione di qualità ma innanzitutto di garantire la centralità della cultura. I nomi degli aspiranti ? Molti, perché ognuno dice: posso farlo anche io….

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