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LETTERA AL DIRETTORE

Quando il “gossip” prende il sopravvento sull’obiettività

Si tratta del caso Sangiuliano-Boccia

Gennaro Sangiuliano

Gentile Direttore, ho letto con la dovuta attenzione la “lettera ai lettori” dell’illustre magistrato Pietro Lignola, pubblicata ieri sul Suo giornale. L’argomento sembra scontato, tanto da far esprimere la sua perplessità all’autore nell’affrontarlo ancora: si tratta, infatti, del caso Sangiuliano-Boccia. Il dottor Lignola, giustamente, avverte quasi l’obbligo di scrivere sull’argomento, visto che esso occupa ancora le cronache non solo di “gossip” televisivi o giornalistici, ed ancora dei cosiddetti “giustizieri”, ma è anche argomento di punta della critica “indifferenziata” di una certa Sinistra “forcaiola” a senso unico, tanto da spingere il deputato dei Verdi Bonelli (strano che stavolta non abbia fatto coppia con Frantoianni) a sporgere denuncia al presidio delle Forze dell’Ordine che sono all’interno del Parlamento, perché trasmettessero alla Procura della Repubblica il suo esposto in merito alla vicenda, per valutare se nei comportamenti dell’ex ministro Sangiuliano vi siano stati reati. Per la verità, nella mia pur lunga “carriera” politica trascorsa tra gli scranni del Maschio Angioino e l’interrato adibito a Consiglio regionale del Centro Direzionale, vigeva una regola non scritta, ma correttamente applicata: le opposizioni politiche; i diversi orientamenti; gli scontri anche aspri venivano risolti “interna corporis”, all’interno dell’istituzione politica stessa, che, comunque la si voglia girare, ha i suoi organi democratici per decidere, affidando all’opposizione l’organo di controllo più importante, quale la Commissione sulla Trasparenza degli Atti proposti dalla maggioranza. Certo, se si è in presenza di un presunto reato, è obbligo non solo del comune cittadino, ma ancora di più di un rappresentante del popolo, di denunciare il crimine commesso. Come ho detto, però, allora la denuncia non era per un comportamento generico, del quale, poi, il pm doveva cercare elementi per rubricare il presunto reato. Nel caso dell’ex ministro Sangiuliano, in effetti, c’è stata la richiesta alla Procura da parte del deputato dei Verdi Bonelli di indagare se nel comportamento di questi ci siano gli estremi dei reati di “peculato per distrazione e rivelazione di segreto d’ufficio”. Tutti i giornali hanno riportato la notizia che la Procura ha aperto un fascicolo sul caso. Inevitabile che l’apertura del fascicolo per chi non sa di diritto rappresenti quasi una “colpevolezza”, ignorando che le regole stesse del Diritto obbligano gli inquirenti a procedere sulla scorta di una denuncia presentata. Fatta questa doverosa precisazione, del resto così bene tratteggiata dal presidente Vignola, mi sforzerò anch’io di non essere tedioso con i lettori del “Roma”, che, credo, siano già abbondantemente infastiditi da questa vicenda che ha visto “massacrato” un ottimo ministro, uomo certamente di cultura, sol perché c’è stata una signora che ha partecipato ad alcune riunioni ufficiali del ministro, fotografando e registrando a destra e manca tutte le giornate della comune presenza. Mi sembra, poi, sulla linea del ridicolo accusarlo di aver consentito ad una “estranea” di accedere al Parlamento e, addirittura, di aver partecipato a riunioni di “piani segreti” in vista dell’evento dei G7 della Cultura a Napoli e Pompei. Quando sento parlare nelle varie trasmissioni televisive, dove il “gossip” prende il sopravvento sull’obiettività della notizia, di “piani segreti violati”, mi domando se i giornalisti che ne parlano solo per ideologia e contrapposizione politica pensino davvero che tutti gli ascoltatori delle trasmissioni siano degli imbecilli. Stessimo parlando del comportamento del ministro della Difesa, o dell’Interno, od anche degli Esteri, dove per la natura stessa della delega ministeriale devono esserci carteggi “riservati” o “segretati”, mi sembra normale l’allarme che suscita una possibile “fuga di notizie”; qui si parla di Cultura, che non ha segreti da nascondere alla collettività: anzi, ha l’obbligo di far conosce sempre di più ai popoli di ogni Nazione i nostri Beni Culturali e la nostra storia. Né mi si venga a dire che il programma della due giorni culturale dei G7, compreso il percorso da Napoli a Pompei, e viceversa, siano documenti “classificati” del Ministero della Cultura, e non del Ministero dell’Interno, attraverso la Prefettura e la Questura. Si dia pure la patente di “ingenuo” all’ex ministro Sangiuliano, per essersi fidato di una signora che registrava pure il respiro del suo “mentore”, attraverso mezzi sofisticati, come gli occhiali Rayban con telecamerina incorporata (non ne conoscevo l’esistenza, confesso, pur essendo un ufficiale dell’Aeronautica “navigato”). Di grazia, però, mi si dica “che ci azzecca” un rapporto personale, se pur sbagliato, con il saper assolvere ad un compito che un’alta carica comporta? Sangiuliano rimane un uomo di cultura; ha scritto numerosi libri di grande interesse storico-politico; è stato un ottimo direttore di giornale, come il glorioso “Roma” su cui ho l’onore di scrivere; ancora, è stato un ottimo direttore del secondo canale della tv di Stato; si è impegnato oltre il limite umano, visitando di persona ogni sito culturale della nostra penisola, dove ha dato il suo imprimatur, e tanto ha dato alla sua Napoli, dove altri ministri, anche nel passato, dimenticavano di essere figli di questa terra. La vera “ingenuità”, secondo me, non è stata certo la conoscenza e l’”innamoramento” della signira Boccia. Il ministro ha pensato, non avendo alcuno “scheletro nell’armadio”, di poter intervenire sull’uso “lobbistico” dei fondi del Cinema in particolare e poi  delle Associazioni Culturali, che di cultura hanno solo il nome. Gli è successo quello che succede a tutti i ministri della Giustizia che mettono mano alla riforma della Magistratura. Un “avviso di garanzia” o “ sputtanamento”, se non peggio, non si negano a nessuno!

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