Tutte le novità
lo straniero
15 Settembre 2024 - 09:54
“Così come dal dottore, bisogna che tu dica 33 al fine di conoscere il tuo stato di salute, dopo ben 33 episodi della tua rubrica dovresti trarre un bilancio del tuo essere un cittadino straniero di Napoli”. Mi ha detto un vecchio amico! Nel tuo ultimo articolo tu hai concluso dicendo che confermi la tua scelta d’essere venuti a vivere a Napoli, ormai quattro anni fa. Capisco il tuo bisogno di mettere nero su bianco quanto tu ami questa città. In effetti mentre all’inizio tu mettevi in evidenza i lati positivi di Napoli che ti avevano convinto a venire a vivere qui, ultimamente tendi a porre l’accento sui suoi lati negativi e direi, i suoi vizi. Anche se bisogna ammettere che dal tuo articolo sull’usura traspare un punto di vista esterno, vigile e lucido sulla tua città d’adozione», mi concede il mio amico.
Accetto l’appunto sul fatto che negli ultimi miei scritti io abbia parlato soprattutto di ciò che De Crescenzo, attraverso Bellavista,il personaggio feticcio del suo famoso romanzo chiama “la filosofia deleteria della città, fatta di opportunismo e di parassitismo”. Ed io aggiungerei soprattutto della negazione della realtà e di menzogne su se stessi “Tu parli di un fenomeno marginale, quasi folcloristico”, mi ha detto un ex direttore di una banca napoletana… sebbene il suo portone si trovi a 20 metri da un ben noto usuraio che sfrutta biecamente i più deboli sotto gli occhi di tutti. “Parli di una goccia nel mare di Napoli”, reagisce un altro amico, gestore di un ristorante… che paga regolarmente il pizzo in cambio di protezione. L’ottimismo del “Mattino” sta ad indicare la stessa volontà di negazione della realtà.
Tuttavia, Napoli detiene il triste primato del capoluogo con la peggiore qualità di vita, stando all’inchiesta condotta dal “Sole 24”, non si smette di tessere le lodi della città e di quanto sia merito della sua politica. Anche se ci sono più turisti a Lisbona che a Napoli e che siano più soddisfattidi essere lì che a Napoli. Distogliere lo sguardo dai problemi limitandosi ad affidarsi al Signore, invocando l’ottimismo, non aiuterà a risolverli. Abbiamo visto le conseguenze di questo atteggiamento nella vicenda della ricostruzione post terremoto dell’80. Perciò, mi permetto di evidenziare alcuni fatti che a mio modesto parere si fa finta di non vedere: che il popolo si fa il bagno tra l’immondizia, che l’usura è ancora presente nella vita dei più poveri e che la camorra è attuale e non un lontano ricordo del passato.
Nonostante tutto, io amo ancora Napoli per la sua umanità: “quando un napoletano sente il desiderio di bere un caffè, esprime in realtà un bisogno di riprendere contatto con l’umanità”, spiega De Crescenzo, che cito in questo articolo per la prima volta. “Deve quindi interrompere il lavoro che sta svolgendo, invitare un collega o parecchi, camminare fino al suo bar preferito, vincere la solita battaglia per offrire il caffè, fare un complimento gentile alla cassiera e scambiare due battute sul calcio con il barista.” Mi trovo bene a Napoli anche per la vera libertà di cui beneficia ogni individuo, perché qui la coscienza del singolo è più forte delle regole del diritto.
Apprezzo molto quest’aspetto, visto che spesso la storia ci ha mostrato come alcune leggi promulgate si siano rivelate un’offesa per il genere umano. Questo concetto è stato bene espresso in uno striscione del corteo della manifestazione contro la chiusura dei chioschi sul lungomare perché sprovvisti di legittime licenze per vendere i loro taralli ed occupare il suolo pubblico. “Dati i tempi burocratici sappiamo come vanno le cose.
Chiediamo al sindaco Manfredi una proroga della riapertura affinché le cose siano sistemate, perché per noi è sopravvivenza.” Il dilemma tra coscienza e rispetto della legge, che sia giusta o meno, mi sembra argomento troppo serio perillustrarlo attraverso questo breve dialogo umoristico di Antonio Savignano. “La sua sigaretta Signore! urla il controllore del bus. — Ma ho appena finito di bere il caffè. — Ah, allora va bene”. Anche se questa scenetta risponderebbe meglio alla domanda posta nel titolo di questa rubrica: certamente, io amo ancora la bella Napoli.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo