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17 Settembre 2024 - 10:18
Che vorrà significare il, poco noto, termine violentometro? Non è una colpa ignorarlo ma è sorprendente come la sua conoscenza sia così poco diffusa. Eppure è uno strumento importantissimo, talvolta perfino indispensabile, per tante realtà. Che sarà mai? Trattasi di un questionario liberamente consultabile e di facilissima comprensione che si trova sul web, in particolare all’indirizzo www.carabinieri.it che “misura” gli atti di violenza domestica. Rispondendo in maniera autonomamente privata a tale questionario è possibile valutare se la relazione col proprio partner presenta o meno segnali minimi, gravi o gravissimi di violenza di genere. Questa griglia di misurazione determina, infatti, il grado di pericolosità degli atti che possono far parte della quotidianità inmodo da facilitare la conoscenzasulla qualità del proprio menage affettivo e spingere a quella consapevolezza che tante volte manca ed,eventualmente, poi, agire per cautelare la propria integrità psichicae fisica. È stato pensato e realizzato dal Comando generale dei carabinieri insieme ad altri nuovi specifici strumenti a salvaguardia delle vittime di violenza di genere. Risulta importantissimo, a tal proposito, anche il “Mobile Angel”,lo smart watch, di cui talvolta si sarà sentito parlare, che, se collegato all'app dedicata, può allertare le forze dell’ordine in caso di episodi violenti. E a proposito di episodi violenti colpiscono molto i dati diffusi la scorsa settimana dal Comando provinciale dei carabinieri di Napoli che evidenziano un quadro molto preoccupante riguardo la violenza di genere. Secondo i vertici provinciali dell’arma nei primi otto mesi, infatti, tra Napoli e provincia si sono registrati numeri allarmanti: ben 964 uomini accusatidi atti persecutori e maltrattamenti nei confronti di donne. Un contesto preoccupante con 267 arresti e697 denunce a piede libero. Tali numeri emergono dal lavoro delle procure di Napoli, Torre Annunziata, Napoli Nord e Nola. Naturalmente i dati sono diversi da regione a regione ma risultano dovunque allarmanti se si pensa che quelli rilevati, come si intuisce, costituiscono solo una minoranza di quanto realmente avviene nella realtà. Senza tema di smentita, questa piaga,un po’ dappertutto, appare più purulenta di quanto si possa pensare.Come e quando arrivare ad un’inversione di tendenza? Risposta non facile. Urge una complessità di azioni mirate come il violentometro che, si spera, aiuterà molte donne a conoscere chi hanno al lorofianco.
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