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L'intervento
28 Settembre 2024 - 10:10
R isalgono alla notte dei tempi ma continuano ad esistere nonostante, da decenni, siano ripetutamente evidenziati e stigmatizzati, quei comportamenti molto critici nei confronti delle donne anche quando i coprotagonisti di un avvenimento sono un lui ed una lei come, per esempio, per i fatti di coppia. E così, ancor prima che si accerti la reale responsabilità dei fatti, chi diventa maggiormente oggetto di aspri giudizi, accompagnati spesso da offese, come in un copione già scritto, è la donna. Succede anche quando le colpe dell’uomo sono evidenti e, perché no, perfino, per alcuni aspetti, più gravi della controparte. Ilprotagonista maschio viene avvolto in un alone di paternalismo che lo ritrae quale vittima della tentatrice di turno, colui che irretito dalla “commedia” ben orchestrata della megera, soprattutto se di bell’aspetto, è caduto in una rete pronta ad accalappiarlo. Ecco quindi che si iniziano a passare al setaccio i dettagli estetici “dell’attrice” in questione per, poi, “giocarci” su con la regola dell’accrescitivo peggiorativo che tanto “diverte” e nelle descrizioni che si fanno i denti diventano dentoni, il seno tettoneecc. Quando si guarda all’esteriorità dell’altro protagonista si chiama, invece, in causa madre natura che, magari, è stata benevola o no nel donargli o meno l’avvenenza fisica. E così facendo si carica sempre più il peso della colpa da una sola parte. Verrebbe da pensare che, allora, la stessa madre natura lo abbia privato anche della pur minima facoltà di analisi del proprio agire ma si afferma, invece, ripetutamente che lui si è fidato. L’intelligenza umana è caratterizzata anche dalla facoltà critica etale facoltà, in certi contesti più che in altri, non è necessaria e determinante? Per chi giudica forse no. Si sostiene, piuttosto che la “grande stratega” ha avuto la “bravura” di annullare ogni facoltà critica prima esistente e così ci si aggrappa a fantomatiche altre scusanti pur di incolpare maggiormente la femmina furbastra. Ci si arrende ad ammettere la corresponsabilità solo di fronte ad incontrovertibili evidenze. La Treccani definisce la tendenza a valutare l'attività delle persone in base al sesso con uno specifico termine, sessismo. Lo si applica consapevolmente o no esso domina ogni ricostruzione dei fatti che abbia una donna quale protagonista. E non è raro che spesso siano le stesse donne ad usarlo come filtro di analisi, ciò perché esse stesse cresciute in una società intrisa di tale prospettiva di veduta.
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