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l'opinione
30 Settembre 2024 - 09:16
Il 1° ottobre prossimo saranno trascorsi esattamente due anni da quando i treni della funicolare di Chiaia si fermarono mentre le porte delle stazioni sono rimaste sbarrate senza che, per oltre un anno si siano visti operai al lavoro, assestando un altro duro colpo a un trasporto pubblico che a Napoli notoriamente fa acqua da tutte le parti, come dimostrano le cronache quotidiane cittadine.
I 15mila "orfani" dell'impianto a fune, ricordano questo secondo anniversario con un manifesto funebre, listato a lutto. Peraltro le ripercussioni sulla viabilità, in questo lungo periodo di tempo, si sono aggravate anche per la totale insufficienza dei mezzi sostitutivi messi in campo dall'Anm. Inoltre la navetta sostitutiva su gomma Nc, dopo un breve periodo di funzionamento, prima del periodo feriale è stata sospesa, senza però essere più riattivata. Il traffico al Vomero, anche in questo inizio del periodo autunnale, ogni giorno continua ad andare in tilt con strade e piazze bloccate, in particolare nelle ore di punta, all'ingresso e all'uscita delle scuole, segnatamente lungo le arterie che si dipartono da piazza degli Artisti per raggiungere le altre zone della collina ma anche nel quadrilatero via Cimarosa, via Bernini, via Stanzione, via Annella di Massimo.
Nel frattempo è cresciuto il disappunto per l'eccessiva durata del fermo dell'impianto a fune, per il quale solo a maggio dell'anno scorso, al quarto tentativo, fu aggiudicata la gara d'appalto per i lavori di revisione ventennale. Va nell'occassione ricordato che la costruzione di questa funicolare, la prima dei quattro impianti a fune presenti a Napoli, fu realizzata dalla ditta “Fermariello Gennaro” nel periodo tra il maggio del 1887 e l’ottobre del 1889, per essere inaugurata il 17 ottobre 1889. Dunque i lavori richiesero poco più di due anni con le tecnologie dell’epoca e con una trazione che originariamente era effettuata con motori a vapore mentre l’elettrificazione avvenne solo l’anno seguente.
Oggi, con le tecnologie del 21 secolo e dopo oltre un secolo da quell’evento, occorrerà praticamente lo stesso tempo solo per realizzare i lavori di revisione ventennale. Certamente quelle da realizzare sono opere importanti che riguardano la sostituzione di tutte le apparecchiature elettriche, elettromeccaniche e meccaniche della sala argano e degli impianti connessi alla trazione, per un importo complessivo di poco meno di 7 milioni di euro. Ma i trecento giorni, pari a dieci mesi, concessi originariamente nell'appalto alla ditta Graffer, per la loro esecuzione erano già tanti. Eppure, considerando che tali lavori sono iniziati all'inizio del mese di ottobre dell'anno scorso, i dieci mesi sono abbondantemente scaduti nel mentre i lavori non risultano ancora terminati.
Da considerare inoltre che, una volta completati, bisognerà attendere il tempo necessario per effettuare i collaudi e le prove finalizzate a ottenere il nulla osta dell'Ansfisa, l'agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali. Alla fine, se tutto va bene, la riapertura potrebbe avvenire, ma il condizionale è d'obbligo alla luce dei continui rinvii sin qui registrati, entro la fine dell'anno in corso, con un fermo complessivo di oltre due anni, a fronte dei sei mesi indicati originariamente per i lavori in questione: un tempo dunque più che quadruplicato! Battendo così il primato negativo fin qui detenuto dalla funicolare Centrale che, anch'essa per i lavori di revisione ventennale, rimase chiusa al pubblico dal 1° agosto 2016 al 22 luglio 2017, dunque per quasi di un anno.
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