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L'opinione
01 Ottobre 2024 - 09:54
Il ministro Matteo Piantedosi
La cultura della legalità, richiamata con forza dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, anche in occasione della recente Festa della Polizia, sarà uno degli assi portanti pure del prossimo G7 che si svolgerà a Mirabella Eclano. Infatti, il contrasto ad ogni forma di illegalità, in una società particolarmente complessa come la nostra, è della massima importanza per promuovere modelli di sviluppo sempre più sostenibili, responsabili e inclusivi.
Obiettivi questi che possono essere conseguiti solo con il coinvolgimento attivo di tutte le articolazioni sociali, pubbliche e private. Al di là delle leggi da applicare e far rispettare, e delle misure repressive indispensabili per garantire l’ordine e la pubblica sicurezza, è di massima rilevanza l’aspetto della prevenzione in termini di cultura, educazione, partecipazione e buoni esempi.
Concetti questi che sono stati ribaditi anche in occasione del convegno sulla “Cultura della Legalità”, organizzato dall’Automobile Club Napoli a Castel Capuano con la partecipazione proprio del Ministro Piantedosi. In quell’occasione, venne evidenziato che la legalità è il vero motore del progresso civile, la misura del grado di civiltà di un popolo.
Il rispetto della legge non deve muovere dal timore di essere sanzionati e puniti, ma dalla convinzione che sia un comportamento giusto, dettato dalla propria coscienza, l’espressione di un senso di responsabilità verso sé stessi e la comunità in cui si vive, insomma un vivo sentimento di moralità. La legalità, cioè, bisogna saperla coltivare con i fatti, con i comportamenti quotidiani ed i buoni esempi, e non solo con le parole. E ciò vale in ogni ambito della vita individuale e sociale. Come diceva Montesquieu “una cosa non è giusta perché è legge, ma dev'esser legge perché è giusta”.
Senza legalità non c’è sicurezza e senza sicurezza non è possibile esercitare pienamente la libertà e i diritti costituzionalmente sanciti. Ecco perché è molto importante che il summit sulla sicurezza tra i più importanti paesi del mondo si svolga nel nostro Paese, in modo da rafforzare il ruolo dell’Italia nella sua incessante attività di tutela del territorio e dei cittadini, contro il crimine ed ogni forma di illecito, nonché di promozione di modelli culturali edificanti.
Il fatto poi che si svolga in una località come Mirabella Eclano è ancor più significativo, in quanto dà risalto e valore a quell’ossatura del nostro Paese costituita dai borghi dell’entroterra portatori di sani valori e principi morali. In un’epoca dove il turismo di massa muove frotte crescenti di visitatori verso mete ormai abusate e incapaci di accogliere con efficienza volumi impressionanti di visitatori, accendere i riflettori su località meno conosciute al grande pubblico, ma non per questo di minore valore è un segnale importante contro i rischi e gli effetti dell’overtourism.
Perciò Mirabella Eclano, grazie all’ottima scelta del valoroso Ministro Piantedosi, con il suo patrimonio storico e culturale, può diventare un simbolo di riscatto e speranza, mostrando al mondo che la sicurezza e la legalità non sono solo obiettivi da perseguire, ma fondamenti essenziali per una società giusta e prospera. E, al tempo stesso, essere d’impulso per implementare nuove politiche di turismo più a misura d’uomo e rispettose del l’ambiente.
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