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Necessario un nuovo Codice stradale contro la “mattanza”

Si lavora perché già nelle prossime settimane il nuovo Codice della strada possa diventare legge

Necessario un nuovo Codice stradale contro la “mattanza”

Valeria, una mamma di 42 anni, è l’ennesima vittima della strada a Napoli. La donna aveva appena accompagnato i suoi due figli piccoli a scuola, quando, all’altezza del parcheggio Brin, mentre stava attraversando in corrispondenza delle strisce pedonali, è stata falciata da un’auto condotta da un ventiduenne. La strage, dunque, non accenna a fermarsi. I numeri rendono da soli il dramma di una situazione rispetto alla quale si impone una profonda riflessione e la necessità di mettere in campo misure efficaci per affrontare e sconfiggere la criticità. Dall’inizio dell’anno, soltanto nel capoluogo, si contano oltre venti incidenti mortali, costati la vita a una decina di pedoni, nove motociclisti e una ciclista, la studentessa tedesca Lisa Herbrich, che ad aprile scorso fu travolta da un camion dei rifiuti.

Non è migliore la situazione nel resto della provincia partenopea e in generale in Campania, dove nel 2023 si sono registrati 220 sinistri con conseguenze fatali. Senza contare che, quando non si paga con la vita, l’esistenza di chi sopravvive, in molti casi, è praticamente distrutta. Come è capitato a Morena, di appena 16 anni. È ricoverata all’ospedale Cardarelli da quasi quattro mesi, ha perso una gamba e rischia l’amputazione dell’altra. La persona che l’ha travolta è stata rintracciata grazie al lavoro delle forze dell’ordine perché, invece di prestare soccorso, con un comportamento criminale si era allontanata facendo perdere le proprie tracce.

Più volte, interrogandomi sulle cause che innescano un incidente stradale, al di là dell’esito che comporta, sono giunto alla conclusione che nella stragrande maggior parte dei casi vanno ricercate nell’inosservanza delle norme, nel mancato rispetto della sicurezza e della vita propria e di chi ci si trova davanti quando ci si mette alla guida. È certamente una questione che va affrontata pure sul piano morale, dell’educazione da infondere ai conducenti di veicoli (ad ogni livello) ma, contro certi atteggiamenti di incuranza e strafottenza verso la vita, si può agire soltanto con fermezza per garantire la sicurezza sulle nostre strade. E, al momento, l’unico corso da percorrere è quello dettato dalla Lega e dal vicepremier Matteo Salvini che da sempre combattono una battaglia di civiltà per provare a mettere fine alla “mattanza”.

Si lavora perché già nelle prossime settimane il nuovo Codice della strada possa diventare legge ed entrare finalmente in vigore. La normativa ha i suoi punti di forza nella prevenzione reale ed efficace, nell’educazione stradale concreta e avviata fin dai banchi di scuola, nelle regole aggiornate anche ai nuovi fenomeni criminali che attentano alla legalità (mi riferisco, ad esempio, alle tristemente note “challenge” diffuse sui social). E soprattutto si fonda su sanzioni severe per punire comportamenti pericolosi che mettono a repentaglio la vita, il bene più prezioso. A dimostrare che bisogna agire nell’immediatezza, basta poi ricordare le cifre comunicate dal Viminale che certificano che il numero delle vittime della strada è di dieci volte superiore a quello dei morti per criminalità!

Nessuno sconto per chi non rispetta le regole dunque: non c’è spazio per il finto buonismo tanto caro alla sinistra dei no a prescindere, si deve agire con tempestività e visione, quella che troppo spesso è venuta a mancare. C’è da contrastare un fenomeno che affonda le radici nella superficialità e nella distrazione di chi conduce un veicolo, passando per l’utilizzo indiscriminato del telefonino al volante e l’alta velocità, fino all’abitudine criminale e distruttiva per sé e per gli altri, di mettersi alla guida dopo aver consumato alcol o droga. E si tenga conto dell’aspetto che è forse quello più preoccupante: spesso non ci si rende conto che un’auto o una moto ma il discorso vale per ogni tipo di veicolo rappresentano vere e proprie potenziali armi, che diventano letali se in chi le conduce sono assenti senso civico e rispetto per l’incolumità propria e degli altri.

Questo è il valore che bisogna infondere sin dalla tenera età e il codice che porta in calce la firma del ministro Salvini prevede gli strumenti adatti perché si avvii anche questo percorso di consapevolezza e di responsabilità. Va sottolineato, infatti, che al centro della riforma ci sono la sicurezza e la tutela della vita di ognuno di noi. Vita e incolumità delle persone che si vuole preservare attraverso misure sapienti e di buon senso e che si possono riassumere nei principi della cultura del rispetto delle regole e dell’educazione stradale; nell’inasprimento delle pene per chi sbaglia; nei controlli più serrati; nella prevenzione. La direzione scelta dal titolare del Mit, insomma, è quella di agire per disinnescare i potenziali pericoli sulle nostre strade e soprattutto di intervenire sui presupposti che concorrono al verificarsi degli incidenti. Qualche esempio? Il dispositivo “alcolock” (che impedisce l’accensione del veicolo se il tasso alcolemico del conducente supera lo zero) e le sanzioni ulteriormente severe per punire quelli che continuano ad avere comportamenti criminali.

Il nuovo Codice della Strada, inoltre, prevede l’aumento di un terzo della pena per chi si macchia del reato di abbandonare uno o più animali in strada, anche nel caso in cui non si provochino incidenti, e la sospensione della patente da 6 mesi a un anno se per l’abbandono viene utilizzato un veicolo. Come tutte le cose, però, nulla è perfetto e naturalmente un impianto legislativo non fa eccezione. Certo è che la riforma rappresenta il volano che si aspettava da anni per il cambio di passo. Ma il lavoro straordinario che sta compiendo il Governo nazionale su questo versante, da solo, non può bastare.

È necessario che anche tutti gli altri livelli istituzionali a cominciare da quelli locali facciano la loro parte per rendere le nostre strade sicure. In che modo? Relativamente al Nostro Posto, si cominci a garantire una adeguata illuminazione, si agisca efficacemente per la cura e la manutenzione delle strade e della segnaletica stradale, per il corretto funzionamento dei dispositivi utili per dissuadere i cittadini dal compiere illeciti e dall’avere comportamenti irresponsabili. E poi, non dimentichiamo il fattore più importante: quello che viene dettato dalla coscienza di ognuno di noi, nessuno escluso. Il rispetto della vita propria e degli altri: è questo il primo valore che deve accompagnarci quando ci mettiamo alla guida

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