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Lettera dal palazzo
04 Ottobre 2024 - 11:15
Non si tratta più di una delle tante voci dalla incerta attendibilità. Ormai la guerra tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo è aperta e dichiarata. Difficile dire chi dei due prevarrà e, soprattutto, quale sarà la sorte del movimento Cinquestelle. Conte, che dalla politica è stato letteralmente conquistato, dotato com’è di incommensurabile ambizione (è l’unico uomo politico italiano che, pur di stare al potere, ha presieduto indifferentemente prima un governo di centrodestra e poi di centrosinistra), ignorando di dover proprio a lui tutto quello che politicamente ha ottenuto. sembra ormai deciso a dar vita ad un partito tutto suo e a scalzare Grillo dalla posizione di leader. Ritiene, evidentemente, di essere riuscito ad accaparrarsi la maggioranza dei consensi tra i pentastellati anche se elettoralmente costoro attraversano una fase di pià che evidente declino. Quanto a Grillo, paga ora la sua mancanza di attitudine politica e la sua incapacità di valutare coloro che lo circondano - Il fatto è che si è imbarcato anche in questo caso l’ambizione ha giocato un ruolo notevole) in un’impresa tanto più grande di lui perché un conto è fare l’attore (piuttosto modesto in verità) e un altro conto guidare un partito. Di chi esca vincitore dalla contesa tra Grillo e Conte, detto in tutta franchezza, ci importa molto relativamente. Ma dall’esito di questo scontro dipenderanno comunque, le sorte dell’opposizione. Il Pd, almeno al momento, ha ben poche speranze di contrastare efficacemente, sul piano elettorale, la maggioranza di centro destra, ma quelle poche speranze svaniscono completamente se si presenta da solo al giudizio degli elettori. E pur vero che nella base del Pd i cinquestelle non sono particolarmente amati. Ma il partito non può almeno in questa fase privarsi di una parte di loro non essendo riuscito a trovare altri alleati, né a tornare unito riassorbendo la diaspora che ha subito. Così come le cose stanno evolvendo, vi è addirittura chi prospetta l’eventualità che i cinquestelle escano di scena. Rinnoverebbero, in tal caso, la non favorevole sorte di coloro che molti considerano i loro predecessori, vale a dire l’Uomo qualunque di Guglielmo Giannini. Il paragone è solo molto relativamente calzante poiché l’Uomo qualunque era culturalmente e politicamente superiore ai cinquestelle come Giannini era di ben altro livello rispetto a Grillo.
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