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L'opinione
18 Ottobre 2024 - 10:18
La premier Giorgia Meloni
A decidere la politica italiana sono le alleanze. Da molto tempo, ormai, si è conclusa la fase di partiti che, godendo di una vasta maggioranza, potevano permettersi di governare da soli. Fu la Democrazia cristiana per molti anni a godere di una maggioranza assai vasta che sfiorava quella assoluta e fu proprio questa maggioranza a sfociare nel centrosinistra e nella storica alleanza tra Democrazia cristiana e Partito socialista.
Si è adesso scelta la strada delle coalizioni che sono, appunto, la strada indispensabile per governare. Ma le coalizioni, che altro non sono che alleanze tra forze diverse, richiedono che tra coloro che le compongono esista non una identità, ma almeno a una omogeneità di vedute soprattutto su alcune misure fondamentali. Assistiamo invece quotidianamente a scontri anche molto aspri tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia e non è un mistero che la Meloni e Salvini non si amino, ma siano costretti a fingere unità di intenti per mantenere la permanenza al governo.
Assai più grave è la condizione nella quale si trova l’opposizione dove tra Pd e Cinquestelle esiste, però, coinvolgendo le rispettive basi che assai male si sopportano, una vera e propria idiosincrasia che non perde occasione di manifestarsi. L’elenco delle divergenze tra Pd e Cinquestelle occuperebbe uno spazio enorme, ma per valutare la loro portata è sufficiente aver riguardo all’atteggiamento dei due partiti mei confronti del disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata proposto recentemente dal governo e destinato ad essere, per ammissione unanime, uno degli argomenti centrali dell’attuale legislatura.
Si tratta di un provvedimento destinato ad incidere profondamente nella struttura stessa dell’Italia e Elly Schlein ha deciso di fare della battaglia contro questo ddl e quindi in favore del referendum abrogativo della legge per il quale sono già state raccolte alcune migliaia di firme, il punto focale della battaglia contro Giorgia Meloni e il suo governo, Un impegno fondamentale sul quale dovrebbe concentrarsi tutta l’opposizione all’insegna di una non fittizia unità.
Tuttavia, Giuseppe Conte che sempre più si prepara scalzare Beppe Grillo dalla guida dei pentastellati appare tutt’altro che pervaso dal sacro fuoco per una sfida che non sente sua. Come si fa d’altra parte ad individuare tra Pd e pentastellati, un fronte comune in grado di contrastare insieme la maggioranza? E come si può pensare che i due partiti si possano proporre per governare il paese? In verità il tema delle alleanze che storicamente è di grandissima importanza viene trattato con estrema superficialità e questa superficialità è un altro elemento di quella mancanza di rispetto con la quale le forze politiche trattano i cittadini elettori.
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