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L'opinione
23 Ottobre 2024 - 09:13
Quando si parla di sanità in Campania il primo pensiero va inevitabilmente ai disservizi, alle inefficienze, alle storie tragiche e alle vicende giudiziarie che ne scandiscono la terribile quotidianità. È un dramma che certo non scopriamo oggi, anche perché è quello più visibile, scritto sulla pelle di tantissimi cittadini: è la fotografia, più feroce e dolorosa, di un malgoverno della Campania che va avanti da quasi dieci anni, senza soluzione di continuità.
Anzi - diciamolo con chiarezza - per la sanità pubblica, al di là di chiacchiere e proclami, il tempo non solo si è fermato, ma ha segnato un pericoloso arretramento nella qualità e quantità dei servizi. Questo per la precisa responsabilità del governo regionale che però - non dobbiamo dimenticarlo - ha potuto operare soltanto grazie all’appoggio e all’assenso complice del Pd e delle sinistre, nei loro livelli nazionali e regionali.
Attenzione, la mia, al di là della distanza di “campo” che mi separa da questa Amministrazione regionale, è una semplice e soprattutto dolorosa constatazione perché, quando si parla della salute dei cittadini, il colore politico conta poco: prima di tutto vale l’azione, il contributo che, da rappresentanti delle Istituzioni, abbiamo il dovere di dare per garantire la migliore fruizione possibile di questo diritto primario.
E invece qui da noi il sistema di potere non solo ha affossato tutti i servizi che i cittadini devono vedersi garantiti ma, nel caso della sanità, si è dato vita ad un’operazione capillare che ha portato i campani a percepirla ormai come un privilegio, un favore da implorare, a volte perfino dietro umilianti richieste: in Campania, insomma, la sanità si è trasformata da diritto in elemosina.
Qualche numero della tragedia? Nell’ultimo periodo sono stati chiusi, deliberatamente e con scelte arbitrarie, oltre 20 pronto soccorso sull’intero territorio regionale, senza contare che oltre a quelli inaccessibili all’utenza da anni - come il San Giovanni Bosco di Napoli e il Sant’Anna e Maria Santissima della Neve di Boscotrecase - c’è perfino un drappello che da mesi funziona part-time - dalle 8 del mattino fino alle 18 del pomeriggio -, quello dell’ospedale Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Sant’Agata de’ Goti. E poi qualcuno fa finta pure di meravigliarsi se gli altri presìdi sono congestionati, con turni massacranti per medici e infermieri, ovviamente sempre più esposti al fenomeno esecrabile delle aggressioni.
Quanto alle liste di attesa è sufficiente solo ricordare che il governatore della Campania, anno dopo anno, continua a spostare in avanti la linea del traguardo da tagliare per abbreviarle: lo ha fatto ancora, proprio qualche giorno fa. Ma, al di là dei dati sui (falsi) primati che snocciola questa Amministrazione con campagne elettorali spacciate per informazione istituzionale (e pagate con i soldi dei campani) la verità è una: la Campania è ultima anche per sanità.
E la cosa che più deve far riflettere è che ogni anno la Regione, per la gestione della sanità, ha a disposizione oltre 15 miliardi di euro, a cui aggiungere più di un miliardo e mezzo affidato proprio con lo specifico obiettivo di ridurre le liste d’attesa nel 2023 (restato sulla carta). È per questo che noi della Lega Campania, a partire dal gruppo consiliare, abbiamo deciso di esportare la battaglia che da anni combattiamo a tutela del diritto alla salute dei cittadini dall’Aula direttamente al territorio, avviando una “Operazione Verità”.
Non vogliamo dar vita soltanto ad una campagna di informazione sulle ragioni dello stato (disastroso) del servizio, svelando responsabilità e complicità, raccontando i numeri della spesa, i ritardi, i meccanismi clientelari e le ragioni autentiche delle inefficienza. Vogliamo andare oltre: abbiamo l’ambizione di costruire un nuovo rapporto tra politica e cittadini, fatto di chiarezza sugli obiettivi, fondato su di un patto preciso, costruito assieme alle persone, tracciando le linee dell’azione di governo.
Abbiamo già in mente come agire per attuare un modello virtuoso di sanità che non può prescindere da una medicina che sia realmente territoriale e di prossimità, che garantisca servizi di base forniti con tempestività e in sicurezza, pure attraverso una rete pubblico-privata efficace.
E proseguiremo sulla linea dettata dall’Esecutivo nazionale, su spinta fondamentale proprio della Lega: quella del buongoverno, quella dei fatti. A proposito di fatti - mentre a sinistra ci si limita a agitare lo spettro fasullo della secessione e del divario - voglio ricordare che una delle tante battaglie condotte dalla Lega sul merito finalmente diventa realtà: niente più test di ingresso a Medicina.
E che con la manovra finanziaria - ancora su richiesta della Lega - sono stati destinati alla sanità altri 3,5 miliardi di euro. Su quei fondi aggiuntivi e sul modo in cui saranno spesi nel Nostro Posto, la nostra attenzione sarà massima, non faremo sconti a niente e nessuno. Intanto però vogliamo restituire la speranza. E nella sanità la speranza dei cittadini è quella di tempi certi nelle visite e negli interventi, nella presenza di una rete di prima assistenza capillare ed efficiente, nell’archiviare la stagione del turismo sanitario, nella cura della dignità del malato e nel rispetto della professionalità degli operatori, medici e personale sanitario.
Ecco, noi vogliamo trasferire ai campani l’idea che tutto questo non può essere un libro dei sogni ma un preciso dovere, realizzabile concretamente, da parte di chi governa. Perché, in fondo, il più brutto lascito di questa triste stagione è proprio aver ingenerato nelle persone, a partire da quelle più deboli e semplici, l’idea che la normalità qui da noi non possa esistere, che tutto deve essere privilegio e favore, che nulla è dovuto e si può ottenere senza pagare almeno il pegno della raccomandazione.
Per far questo abbiamo scelto la strada del confronto diretto coi cittadini, nelle strade e nelle piazze della Campania, con una campagna che partirà nei prossimi giorni, con l’allestimento di gazebo della Lega. Lo abbiamo annunciato lo scorso lunedì, durante l’incontro tenuto nella sede del Consiglio, alla presenza del gruppo che mi onoro di guidare e del nostro coordinatore regionale, Gianpiero Zinzi, nelle stesse ore in cui, nell’altra parte di campo, si continua a combattere una sorda lotta di mero potere e di autoconservazione gattopardesca cui si potrà porre fine soltanto quando, con le elezioni del prossimo anno, ci insedieremo alla guida della Campania. Noi ci siamo e con noi la sanità tornerà ad essere un diritto.
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