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L’allarme sociale: le radici di una Napoli insicura

Il sistema di tutela dei minori non funziona

L’allarme sociale: le radici di una Napoli insicura

L’episodio di violenza inaudita nei vicoli di corso Umberto I, culminato con l’uccisione di un ragazzo di soli quindici anni, è il segnale di un collasso educativo e sociale: il sistema di tutela dei minori non funziona. Appare evidente che il circuito composto da scuola, famiglia, educazione civica e formazione non riesce a svolgere il proprio ruolo. È urgente la costituzione di un tavolo permanente che analizzi le cause, i bisogni e le criticità vissute dai giovani, come quelli coinvolti nella sparatoria di mercoledì sera. La vivibilità quotidiana è ormai insostenibile.

Non si tratta di una battaglia personale, ma di un impegno corale, come rivendica il dirigente di un movimento popolare che conosce la politica di prossimità e sa quanto conti la qualità della vita quotidiana. Sono i dettagli a rendere grande una città, e Napoli ha ancora molto lavoro da fare in questa direzione. È evidente come questa invivibilità incida anche sul turismo. Scippi, furti e rapine non migliorano la reputazione internazionale di Napoli, anzi, la penalizzano. Il caos urbano è un nemico dell’ordine pubblico, a prescindere dalla criminalità organizzata.

Servono più controlli delle forze dell’ordine su automobilisti e motociclisti, il cui comportamento, spesso indisciplinato, rappresenta un pericolo per i pedoni. I dati dell’Asaps mostrano che in Campania, dall’inizio dell’anno, si sono contate già 34 vittime della strada, molte delle quali a Napoli. Un altro aspetto cruciale è la segnaletica stradale, spesso assente, pericolosa o obsoleta, a causa del continuo cambiamento dei sensi di marcia. Anche queste piccole attenzioni sono importanti, soprattutto per gli adolescenti, che si sentono autorizzati a ignorare etica e civiltà sociale, credendo che il bene pubblico sia di nessuno e, quindi, possa essere danneggiato impunemente.

Se non si interviene invertendo questa tendenza e cambiando la mentalità dei giovani napoletani, rischiamo che episodi come quello del quindicenne ucciso si ripetano. Un’altra questione irrisolta è la mancanza di manutenzione del patrimonio pubblico. Basti pensare alla riqualificazione urbana del Centro Direzionale, ormai abbandonato e degradato, mentre era destinato a diventare la città degli uffici. Occorre finanziare nuovi progetti per le facciate dei palazzi del centro storico: il fascino di Napoli è oscurato dalla fatiscenza degli edifici, e molti di questi spazi sono preda di gruppetti di ragazzini, che li utilizzano in modo improprio, specie la sera.

In conclusione, è necessario superare le fragilità dei giovani, comprendere le loro difficoltà e i loro bisogni, accompagnandoli con corsi di educazione civica e riscoperta dei valori, che spesso non trovano nelle loro famiglie, segnate da separazioni o disgregazioni. Solo così si può iniziare un percorso di rinascita, evitando le tragedie che hanno funestato non solo Napoli città, ma anche la sua periferia, negli ultimi mesi.

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