Cerca

L'opinione

Opposizione in subappalto e con il massimo ribasso

Un centrosinistra diviso su tutto, a cominciare dai mitici «temi», non riesce a mettere in difficoltà Giorgia Meloni neanche per errore

Opposizione in subappalto e con il massimo ribasso

Elly Schlein e Giuseppe Conte

Opposizione per delega. Un centrosinistra diviso su tutto, a cominciare dai mitici «temi», non riesce a mettere in difficoltà Giorgia Meloni neanche per errore. Dai «tagli alla sanità» all’«elemosina sulle pensioni», Elly Schlein e Giuseppe Conte sperano di riuscire a sostenere uno straccio  di battaglia parlamentare almeno sulla Manovra.

Per provare a far inciampare il Governo alle Camere, però, le opposizioni dovrebbero inserirsi nelle divisioni della maggioranza con la forza delle proposte. Che invece non hanno. A meno di non scambiare per idee i vuoti slogan di Pd e M5S. Ecco perché la sinistra ha ormai totalmente subappaltato l’opposizione a tre soggetti: i magistrati, l’Europa e i giornalisti amici.

I due principali protagonisti del campo opposto al centrodestra, infatti, oltre a non riuscire a mettersi d’accordo perché entrambi aspirano al comando (anche se così continuando non comanderanno un bel nulla), hanno enormi problemi interni. Dopo due anni i sondaggi continuano a sorridere a FdI e se la tornata regionale dovesse confermare la tenuta della maggioranza, al centrosinistra non resterebbe altro da fare che nascondersi.

Il Pd è perennemente sull’orlo dello scontro fratricida, e soltanto l’accorta strategia della segretaria di non scegliere mai in maniera netta sugli argomenti che dividono il partito, ha finora consentito al Nazareno di non ripiombare nell’abisso delle lotte intestine che ne hanno sempre logorato i segretari, fino a farli fuori. Tuttavia, il non scegliere in maniera netta, limita inevitabilmente il raggio d’azione di Schlein nel fare opposizione.

Non parliamo del M5S, preda di uno scontro senza fine tra Conte e Beppe Grillo. Una guerra condotta a colpi di vil danaro, cavilli e annunciate battaglie legali sul simbolo che fa tanto di Prima Repubblica. Un terribile contrappasso per chi aveva trionfato sull’onda della rivoluzione contro «la vecchia politica».

Il subappalto dell’opposizione a magistratura, Europa e giornali amici è dunque totale. Quella della magistratura è un’azione sotto gli occhi di tutti, specie in questi giorni. La questione dei migranti e il tentativo di far saltare l’accordo Italia-Albania è solo la punta dell’iceberg. Nella maggioranza si fa ormai sempre più strada la convinzione che da un momento all’altro possa arrivare un colpo giudiziario molto forte.

In secondo luogo c’è l’Europa. Il 12 novembre il commissario italiano designato, Raffaele Fitto, dovrà sottoporsi alle audizioni e poi alla votazione in commissione a Strasburgo. Le insidie poste da socialisti, liberali e verdi sul cammino del vicepresidente esecutivo della nuova squadra di Ursula von der Leyen non sono poche, e la sinistra nostrana spera che alla fine il ministro su qualcosa possa scivolare per essere poi impallinato al momento del voto.

In gran parte si tratta di aspettative vane, perché la logica “a pacchetto” che sorregge la Commissione Ue dovrebbe mettere l’ex governatore pugliese al riparo da sorprese. Tuttavia, ciò dimostra che una malcelata avversione per il Governo italiano a Bruxelles resta, al di là delle parole formali di apprezzamento. Infine, una sinistra assolutamente incapace d’incidere si affida al suo braccio armato mediatico, che da sempre cammina a braccetto con quello giudiziario.

Il nuovo caso esploso al ministero della Cultura, le parole del conduttore di “Report”, Sigfrido Ranucci, che per domani ha promesso rivelazioni destinate a colpire «i vertici di FdI», e il fiancheggiamento dell’ala militante delle toghe nello scontro con l’Esecutivo, hanno indotto Meloni a stare lontano dai giornalisti di sinistra.

L’ultimo incontro per illustrare un provvedimento del Governo è stato ormai un anno fa, in occasione dell’approvazione del premierato in Consiglio dei ministri. È un errore. Confrontarsi con la stampa per qualsiasi premier è sempre un dovere. Meloni lo faccia al più presto. Scoprirà che le cose stanno meno peggio di quanto pensi. L’opposizione non è solo in subappalto. È anche al massimo ribasso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori