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L'opinione

Ma quale campo largo! A sinistra non c’è campo

Ancora una volta la sinistra si è distinta per il suo disfattismo

Ma quale campo largo! A sinistra non c’è campo

Nella settimana appena trascorsa, la politica italiana ha vissuto una delle pagine più infelici degli ultimi anni per colpa della ennesima strumentale contrapposizione al governo Meloni da parte della sinistra e di chi, in ruoli di “terzietà”, fa tutt’altro. Dopo mesi di polemiche e di pretestuosi ricorsi contro il varo del Centro migranti in Albania per conto dell’Italia, addirittura indicato dall’Europa come un modello per l’accoglienza, mentre lo si inaugurava, ancora una volta, la sinistra si è distinta per il suo disfattismo.

Andando su tutte le furie, fino a definire il Centro un luogo di deportazione, in questa gara denigratrice, verso l’Italia e l’Albania, surclassata dalla ex “Salis-piangente”, che ha evocato il “campo di concentramento”, cioè di “sterminio”, confermando lo stato aberrante dei suoi pregiudizi. Ricapitoliamo i fatti. Il 18 ottobre con un “blitz”, secondo alcuni già programmato, un illuminato magistrato ha bloccato sbarchi, imbarchi, imballaggi, salvataggi un Albania per un ineludibile cavillo sui paesi sicuri, già preannunciato a maggio scorso su “Panorama”.

Il 22 ottobre, il governo, rivendicando i poteri dell’esecutivo, con un decreto legge, ha superato “l’impasse”, sventando l’ennesimo disegno della sinistra per offuscare i successi del governo Meloni in Europa. Il 22 ottobre, data del secondo compleanno del governo molto apprezzato, scelta perrendere più plateale ogni attacco, ha segnato invece la disfatta della sinistra targata Schlein. Da quarantaquattro gatti in fila per tre, il resto di due, non si sa ancora se con i riservisti Renzi e Calenda.

Una cosa è covare un desiderio, avere un legittimo auspicio, lottare lealmente per realizzarlo altro è invece pensare di potarlo conquistare attraverso “maldicenza, menzogne, negazione della verità”. Le uniche armi di un’alternativa, ancora ipotetica, che non potrà mai proporsi alla guida del Paese. Ma quale campo lungo o largo! A sinistra non c’è campo. Manca la consapevolezza, sempre più diffusa, percepibile in giro della voglia di moderazione, di ripristino delle regole della democrazia e della fermezza rispetto a una preoccupante intolleranza politica.

E non solo politica ma indiscriminata ispirata da estremismi vetero ideologici e fondamentalismi pseudo religiosi sempre in agguato. Lo si è purtroppo potuto verificare in numerose manifestazioni in cui, paradossalmente, nel mirino sono finite le forze dell’ordine. In questo clima, le parole rivolte al Paese dalla Premier, nel giorno in cui il suo governo ha superato alla grande il primo biennio di rodaggio, costituiscono il messaggio più rassicurante per tutti.

“Ho restituito all’Italia una nuova e oggettiva centralità sulla scena internazionale - ha detto - rilanciato la crescita economica e l’occupazione, raggiunto diversi record storici mai così tanti posti di lavoro, mai cosi tanti posti di lavoro stabile, mai cosi tanti contratti a tempo indeterminato, mai così tante donne che lavorano mai così tanti contratti. Per di più, ho protetto il nostro tessuto produttivo industriale dagli effetti della crisi energetica e dalle sfide geopolitiche”- rimarcando poi opportunamente - di aver messo in sicurezza i conti dello Stato, difeso il potere d’acquisto, delle famiglie”.

Poiché a dare le pagelle che contano ai Paesi beneficiari del Pnrr, tra cui l’Italia, è l’Europa, in base a rigorose valutazioni, è giusto ricordare checredibilità, rispetto e autorevolezza si conquistano, onorando gli impegni presi. Come sta facendo l’esecutivo di Centrodestra, eletto dopo le vittoriose consultazioni elettorali, anticipate per la caduta del governo di unità nazionale Draghi, scelto dal Colle per porre rimedio ai disastri del Conte I e Conte II.

Un’opera meritoria continuata dal governo Meloni con risultati soddisfacenti e giudizi lusinghieri anche bipartisan, e che abbia turbato gli oppositori, a confermarlo sono le velenosi reazioni dei peggiori: di Elly Spot, una “sparasentenze” che ha snaturato la sinistra, e di Conte, che ha snaturato i Cinquestelle con la furbata del “salvointesa” e ora anche licenziato il fondatore del Movimento, Grillo. Con questi campioni di obiettività e di egocentrismo, non c’è e non ci sarà mai campo per la sinistra. 

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