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La forza di una tradizione che ha saputo sfidare il tempo

È una tradizione che è giunta intatta sino ai nostri giorni

La forza di una tradizione che ha saputo sfidare il tempo

Il Cammino di Santiago di Compostela attrae oggi centinaia di migliaia di persone, ma un tempo, nel Medioevo e per tutta l’Età Moderna, era una vera impresa raggiungere il Santuario perché percorrevano il Cammino schiere di pellegrini provenienti a piedi da territori lontanissimi, per cui l’itinerario, irto di difficoltà, si allungava di molto. Dopo lo Scisma Luterano fu ancora più difficile andare a Santiago, perché si dovevano attraversare nazioni e comunità protestanti che, non credendo alla devozione per i Santi, non agevolavano il passaggio dei fedeli e inoltre, per i pellegrini, non era facile andare in Galizia a causa delle continue guerre che devastarono i territori europei sino alla fine dell’Età Moderna e anche oltre.

Secondo la tradizione, San Giacomo, dopo che gli Apostoli si dispersero in varie direzioni per portare la Parola di Cristo, si fermò in Spagna, in Galizia, nella punta estrema sino al Finisterre, a predicare per sette anni. Tornato in Palestina, fu decapitato da Erode Agrippa. I suoi discepoli, sempre secondo la tradizione, recuperarono il corpo e lo riportarono in Spagna ma, a causa delle guerre che flagellarono quel territorio, non si ebbero notizie del corpo fino a quando, dopo ottocento anni, si racconta che furono viste, su un campo, delle luci simili a stelle. Scavarono in quel luogo e trovarono i resti di un uomo decapitato, credendo che fossero quelli di San Giacomo.

Il ritrovamento del corpo, che fu deposto in una chiesa dedicata al Santo, attirò nel tempo tantissimi pellegrini. Secondo la leggenda, San Giacomo sarebbe poi apparso fra le fila dell’esercito cristiano e avrebbe combattuto contro gli Arabi invasori, per cui fu chiamato Santiago Matamoros, l’uccisore dei Mori. In un tempo in cui gli Arabi occupavano gran parte della Spagna, la vittoria ottenuta sotto la protezione del Santo infuse entusiasmo e coraggio nella riconquista della Spagna da parte degli eserciti cristiani e stimolò un fervore religioso che portò pellegrini provenienti da tutta Europa a percorrere quello che è anche chiamato “il Cammino Francese”.

Il classico Cammino partiva, infatti, da St. Jean de Port, all’inizio dei Pirenei francesi, passando per Roncisvalle, per continuare nella parte settentrionale della Spagna fino a raggiungere Santiago, dopo 800 Km. Il pellegrino aveva un abbigliamento particolare: un cappello a larga tesa, una cappa, uno zaino per i viveri,un bastone alto, una fiaschetta per l’acqua, a forma di zucca, attaccata al bastone. Tuttavia, l’elemento che identificava il viandante era la conchiglia che si raccoglieva sulla spiaggia del Finisterre, oltre Santiago, e che si appuntava sul mantello. La forma della conchiglia è simile al dorso di una mano aperta, simbolo di offerta d’aiuto, di donazione, di amore: è diventata il simbolo del pellegrino e persino Caravaggio, nella sua Cena di Emmaus conservata a Londra, la pone sulla veste di San Pietro, seduto accanto a Cristo. Il Cammino, durante i secoli, è stato percorso da re, da nobili, da uomini di Chiesa, da soldati e da umili pellegrini.

È una tradizione che è giunta intatta sino ai nostri giorni, con il suo fascino e la sua grande forza evocativa esercitata non soltanto sui fedeli, ma anche su chi ha una visione laica della vita ed è attratto dalla suggestione, quasi rituale,della partecipazione corale al Cammino e dal valore catartico dell’impresa anche per chi non è credente. Il Cammino di Santiago ha favorito in passato l’incontro fra genti di vari paesi che hanno potuto confrontarsi, arricchirsi di conoscenze, scambiarsi notizie ed esperienze, aprirsi al mondo, trasmettere le proprie culture, rafforzando le basi di quella grande Civiltà occidentale, erede della tradizione greco romana.

Oggi che quell’Occidente è morto, ridotto a formuletta profana che ha perso ogni impronta identitaria e ogni grandezza spirituale, morale ed etica, il Cammino fortunatamente resiste, continua a sprigionare una luce che va’ ben al di là della semplice fede. È un faro, un punto di riferimento che proietta la grandezza simbolica del passato sul presente e invita a guardare al futuro con occhi diversi: meraviglioso avviso ai naviganti nel mare magnum di un mondo in tempesta.

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