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l'intervento
30 Ottobre 2024 - 09:35
Un fenomeno sociale che miete ininterrottamente vittime innocenti merita di essere continuamente studiato per indagare sulle sue diversificate caratteristiche. Serve anche accendere di continuo i riflettori sulla percezione che ne ha l’opinione pubblica e migliorare i processi di prevenzione e repressione che potrebbero portare, se non a risolvere, almeno a diminuirne le nefaste conseguenze.
È il caso della violenza sulle donne che, come è noto, fa registrare una vera escalation di fatti di sangue e un’impressionante crescita anche nelle denunce. Chi segue la problematica può imbattersi in recenti interviste del ministro della giustizia Nordio presenti sul web rilasciate alla fine di un convegno svoltosi a Napoli. Molto realistiche e dirette le sue conclusioni critiche circa le cause dell’attuale recrudescenza della violenza di genere. Il Guardasigilli individua la causa principale dell’attuale recrudescenza della violenza ai danni delle donne in quel “dominio degli uomini nei confronti delle donne esistito da sempre e mantenuto vivo per migliaia di anni che sta venendo sempre più scalfito e annullato”.
La mancata accettazione di questo meccanismo, afferma il ministro, “si sta traducendo in forme di violenza e di prevaricazione in tutti i sensi”. Condivisibile questa dichiarazione raccolta dalla bocca del giurista che studia il fenomeno svolgendo una delle funzioni più alte dello Stato. Nordio, in pratica, non nasconde che gli uomini, in quanto tali, non vorrebbero perdere il predominio finora avuto sulle donne. Egli ammette, quindi, l’attaccamento al potere, tutto maschile, di tenere le donne in posizione di sudditanza; potere che domina ancora diffusamente fin dall’interno della cellula più piccola della società, la famiglia. Essa è, allo stesso tempo, la più importante.
Ne è convinto lui, magistrato ed ora ministro, come lo siamo noi e come dovrebbero essere tutti. Nelle stesse interviste il Guardasigilli indica, infatti, nella famiglia l’ambiente primigenio in cui si struttura la personalità. Quantunque importanti tutti gli altri processi di formazione, come quello della scuola, nessun altro è fondamentale al pari dell’educazione che si riceve tra le mura di casa. Su queste pagine abbiamo sempre sostenuto che, oltre all’attivazione di necessari diffusi interventi culturali, i genitori devono riappropriarsi della propria funzione formatrice, in primis stando più tempo con i figli e dando loro esempi di rispetto realmente praticato e non solo predicato.
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