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l'opinione
03 Novembre 2024 - 09:46
Dopo il fallimento del matrimonio con Lucia, recandosi dall’avvocato Azzeccarbugli, Renzo portava con sé 4 capponi che, tremanti, si beccavano tra di loro, pur andando incontro a morte certa. L’immagine del Manzoni sarebbe la perfetta sintesi della disfatta ligure del centrosinistra che, invece di allargarsi, si sta formattando. I capponi sono i soliti noti. Insomma, in un campo si litiga per i numeri; nell’altro il governo litiga sui numeri (e le calcolatrici).
Un governo che è impegnato a far quadrare i conti mentre il capo dei conti (Giorgetti), tra un capitolo e l’altro di bilancio, e’ costretto a “migrare” a Palermo per intraprendere un viaggio caritatevole a supporto del fu ministro dell’Interno, Salvini. Per i più smemorati, parliamo di una vicenda legata al Governo Conte (sì, quel Conte lì non l’avvocato azzeccagarbugli, ma uno dei capponi di cui sopra); parliamo di Salvini sotto processo per sequestro di persona. Lui dice di aver difeso i confini, manco fosse Publio Cornelio Scipione pronto ad opporsi ad Annibale, l’esercito e i suoi elefanti. Parliamo invece di disperati, quasi sempre in fuga dai loro Paesi e da condizioni sub umane. Vedremo!
Da mesi non si parla di politica, non si affrontano i nodi gordiani che poi si riverberano sui cittadini. Eppure, basterebbe leggere il documento Draghi sulla competitività europea: innovazione, ricerca, sicurezza in tutti gli ambiti, semplificazione burocratica. Sarebbero punti di forza su cui investire, a favore dei quali l’Europa e l’Italia dovrebbero battere più di un colpo. Invece la politica italiana è sempre più provinciale; interessi di bottega prendono il sopravvento in spregio all’interesse collettivo. Non fa più notizia la fuga dalle urne ed il crescente disinteresse verso i partiti, i quali non fanno nulla per invertire questa tendenza. È la post-politica che ormai appare definitiva e sembra consegnare le chiavi del potere o del comando a soggetti ai quali, in tempi normali, non avremmo affidato nemmeno l’aiuola del giardinetto di fronte casa.
Ma torniamo in Campania. Il Pd discute sul terzo mandato sì, terzo mandato no. Come molti sanno, si parla di potere e di conferma o meno del presidente della giunta uscente, De Luca Vincenzo da Salerno, quale candidato del centrosinistra. Pare che il Pd ce la stia mettendo tutta (dopo la Liguria e chissà come andrà a finire in Umbria ed Emilia) a perdere le elezioni anche nella “sicura” Campania. Mi sembra uno sforzo più che coerente: chapeau.
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