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La riflessione

Overturismo “salvatutto”? È la risorsa più decisiva

Ora, di fronte a flussi destinati ad aumentare, a diventare risorse permanenti, è tempo di saper leggere le dinamiche di un futuro

Overturismo “salvatutto”? È la risorsa più decisiva

Mesi addietro, nel trattare il tema dell’Overturismo, sottolineammo su queste colonne le conseguenze del suo impatto, le sue paradossali contraddizioni in una città già afflitta da tante criticità e delusa da una serie di cicli amministrativi inconcludenti. “Mentre Napoli fa il pieno di presenze turistiche nel ponte di Pasqua e c’è da rallegrarsene – scrivemmo perché si rinnova, si consolida e moltiplica una scelta preferenziale, dopo anni di incertezze di vario segno, si deve purtroppo constatare che mancaancora un “piano articolato” di rilevante prospettiva per favorirlo, nel modo più soddisfacente e nel rispetto della vivibilità di un luogo”.

Avendo, però, constatato da parte di “amministratori, assessori al “ramo e ai.. “tronchi” un trionfale legittimo compiacimento di fronte ai crescenti flussi turistici in città, come se fosse stato merito loro, allo stesso tempo, ci parve contraddittoria la manifesta incertezza nel non aver saputo valutare un fenomeno di così vasta portata, tra luci e ombre. Da allora, sulla scia di tante altre opportunità individuate e non capite , secondo il noto, ultradecennale vizio delle amministrazioni comunali di Napoli di prenderne consapevolezza sempre troppo tardi, quando ogni approccio diventa più complesso, anche in questo caso si è molto indugiato.

Ora, di fronte a flussi destinati ad aumentare, a diventare risorse permanenti, è tempo di saper leggere le dinamiche di un futuro, già presente e di agire di conseguenza, a cominciare dalle cose che sembrano più marginali e non lo sono. Come l’imperdonabile esiguo numero di quattro “Infopoint” in tutto, rispetto alle fiumane di turisti sempre più esigenti e attenti, da riprendere la vecchia idea di coinvolgere anche le edicole, i veri presidi di informazione sui luoghi della “città del Turismo”. Comunque tornando al discorso iniziale, non tutto è perduto, un segnale molto positivo si è avuto indubbiamente nell’agosto di un anno fa, in seguito a un “gran consulto”, tenutosi a più riprese, tra diversi enti: Soprintendenza ai Beni Culturali, Comune, Regione, rappresentanti delle varie categorie interessate, e il Ministero dello Sviluppo Economico. Conclusosi con la indicazione delle linee direttrici per governare il crescente assedio del turismo di massa.

Estendendo come primo atto ogni impegno, oltre al Centro storico già tutelato dall’Unesco, anche su aree di rispetto come i Quartieri Spagnoli, Toledo e le piazze che attraversa, le aree attorno a piazza del Plebiscito, Borgo Orefici e a larga parte di Chiaia e del Vomero. Un vero protocollo di regole, divieti per i prossimi tre anni, a partire dall’agosto 2023, segnatamente per gli esercizi commerciali operanti nel comparto del “food”, con l’impegno a monitorare lo stato di attuazione del provvedimento, attraverso il criterio della verifica “a scorrimento” su quanto effettivamente proposto e fatto. In attesa di conoscere l’esito di un primo importante monitoraggio, da subito va costruita con coraggio e convinzione la sfida epocale dell’Overturismo ponendola in cima al discorso sempre attuale della identità strategica della città .

C’è una felice espressione da tempo molto usata “Il cambio di paradigma”, nel senso di cambiare regole e comportamenti in funzione delle finalità da raggiungere, in questo caso auspicabile per trarre benefici duraturi da un fenomeno turistico di gigantesche proporzioni e fare sistema. Trasformando una emergenza complessa in una permanete risorsa. A farcelo credere e dire è anche un lontano intervento del professore Richard Normann, risalente alla fase preparatoria del G7, tenutosi a Napoli il luglio 1994, secondo cui la “definizione della identità della città può derivare dalla visione dei possibili futuri, degli scenari alternativi da parte di tutti coloro che, per dovere istituzionale o per coinvolgimento personale nutrono un forte interesse nei confronti della città”.

In altre parole aggiungeva “è cruciale chiarire e esplicitare la vocazione della città allo scopo di evitare la dispersione degli sforzi, non coordinati tra loro e il ritorno a un atteggiamento di sfiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni. Una città moderna per poter costituire un “circolo virtuoso”, deve poter essere una dimora efficiente e piacevole per l’esercizio di ogni attività”. Siamo dentro svolte cruciali e molte scelte saranno obbligate.

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