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Lettera al direttore
05 Novembre 2024 - 08:43
Santo Romano
Gentile Direttore, non conoscevo questo ragazzo, non conoscevo Santo Romano. Lo hanno descritto come un ragazzo d’oro, dai sentimenti buoni e dall’animo valoroso. È perciò giusto che la famiglia, la fidanzata, gli amici lo ricordino com’era. Ciò su cui mi voglio soffermare, però, è l’ennesima morte, e questo purtroppo è l’ennesimo testo che leggerete su di essa.
È la morte di un altro giovane della mia età, con una lunga vita davanti, circondato da persone che lo amavano, che lui amava, che vivranno costantemente onorando la sua memoria, per sempre. Santo Romano è l’amore mancato di Simona, il figlio perso della sua mamma e il fratello volato via di quel ragazzo che ora lo piange.
Questo in realtà potrebbe apparire come l’ennesimo testo inutile per molte persone che pensano che non cambierà mai nulla e che scrivere non serva a nulla. Il mio intento, invece, non è quello di risolvere con una semplice riflessione la situazione, sebbene utopicamente vorrei che lo fosse.
Il mio intento, piuttosto, è quello di chiedere scusa, nel mio piccolo, personalmente e quale cittadina, a Santo. Sento il dovere, e in realtà non faccio altro da qualche giorno, in modo spontaneo e inaspettato come mai prima d’ora, di piangere questa morte, pur non conoscendo l’anima buona e pura che è volata via. Sento il dovere di scrivere queste parole, che nulla sono rispetto alla tragedia, e mi vergogno a sentirmi piccolissima e impotente davanti a questo schifo.
La verità è che mi sento colpevole un po’ anch’io di quest’ennesima morte. Probabilmente, se in qualità di cittadina avessi lottato e sollecitato gli altri ragazzi a lottare contro questo tipo di criminalità, che ci è vicinissima, la sua morte non sarebbe avvenuta. Dopo il funerale di GióGió, che non dimenticherò mai, non è cambiato nulla purtroppo.
E se prima la speranza era quella di riformare quelle teste calde, ignoranti, senza famiglia e senza cultura, ora il mio desiderio è quello di un adulto, ormai pietrificato perché provato da questo mondo, e non più di una bambina, con ancora qualche sogno, ed è quello per cui questi ragazzi, questi animali, schifosi criminali, vengano rinchiusi per il tempo ritenuto giusto, perché purtroppo i pochi anni di “reclusione costruttiva e riabilitativa” in certi casi possono servire a ben poco.
Sono disillusa, in quanto parlo da studentessa di giurisprudenza, e non so più se credere nella giustizia. Un ulteriore appello va agli scrittori, ai registi e ai cantanti/rapper italiani che inneggiano all’uso di armi, agli stupri, all’uso della donna come oggetto, come fosse una schiava, alle droghe, alla violenza in tutte le sue forme: eliminate questi contenuti, non replicate, date il buon esempio perché purtroppo il contenuto di alcune serie tv potrebbe anche non essere sbagliato (secondo una concezione e visione molto relativa e buonista di queste), ma purtroppo l’ignoranza imperversa e fa sì che le persone che ne sono vittime, se non artefici, prendano ad esempio i modelli negativi, che modelli da seguire non sono.
Mi sento in una realtà così lontana, ma allo stesso tempo così vicina, che mi spaventa e sono stanca di vivere con la costante paura che possa succedere qualcosa a me o ai miei coetanei per colpa di bestie non addestrate. Concludo dicendo che questa vita non è stata strappata solo a Santo, ma a tutti noi, ignavi, che guardiamo impassibili lo scorrere del tempo, aspettando solo che un’altra morte avvenga, per poterla piangere nuovamente, con la speranza che non sia la nostra, ma temendo che lo sia.
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