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Trump contro Harris, gli Usa col fiato sospeso

Sotto la pelle della democrazia, gli Stati Uniti vivono col fiato sospeso questo lungo, tormentato duello elettorale giocato, in queste ore, sul filo di lana

Trump contro Harris, gli Usa col fiato sospeso

Donald Trump e Kamala Harris

Sotto la pelle della democrazia, gli Stati Uniti vivono col fiato sospeso questo lungo, tormentato duello elettorale giocato, in queste ore, sul filo di lana. L’esito resta incerto, i sondaggisti non si espongono ma c’è una regola non scritta che domina questa attesa. Tradizionalmente i partiti al potere perdono le elezioni.

Un tendenza globale manifestatasi tanto negli Usa quanto in Europa. E Kamala Harris, al di là di una campagna costruita negli ultimi mesi con grande dispiego di risorse, ha, ai suoi piedi, un autentico macigno rappresentato dal suo ruolo di controfigura e vicepresidente di Joe Biden. L’inflazione, in questi anni, ha colpito pesantemente la popolazione. La crescita dei prezzi, le incertezze sul futuro, l’instabilità geopolitica hanno fatto il resto. Fari puntati, quindi, sui sette Stati ancora in bilico.

Alla Harris, in linea teorica, basterebbe vincere in Wisconsin, Michigan e Pennsylvania ma è un’impresa complessa, difficile. I giornali, nel frattempo, hanno provato a schierarsi ma Washington Post e Los Angeles Times sono stati bloccati prima della pubblicazione del tradizionale “endorsement”, impostato sul sostegno al partito democratico. Fonti accreditate sostengono che le pressioni, per il quotidiano di Washington, siano state esercitate personalmente dal proprietario, il miliardario Jeff Bezos preoccupato per i tanti contratti delle sue aziende con il governo federale.

Contestazioni, le dimissioni di alcuni opinionisti, oltre 200mila abbonamenti digitali annullati, queste le conseguenze. Mentre il proprietario del Los Angeles Times, Patrick Soon – Shiong, mossosi sulla stessa linea, ha dovuto registrare le dimissioni del responsabile degli editoriali del quotidiano. Ma c’ è un ultimo elemento che potrebbe rivelarsi ora decisivo in questa sfida. Le elezioni si sono trasformate, in queste ultime settimane, in un conflitto di genere.

Con l’arrivo del senatore J.D. Vance, proposto da Trump come vicepresidente, il coefficiente di antifemminismo dei repubblicani è cresciuto rapidamente. Ha definito Kamala “una gattara senza figli“, schierandosi poi apertamente contro l’aborto. Una scelta coraggiosa che ha fatto sicuramente crescere il consenso maschile, abbassando considerevolmente quello femminile.

Ma saranno fondamentali anche i dati legati alle etnie e all’appartenenza di classe. Usa, quindi, ancora una volta in bilico. Come sempre, più di sempre. Ma rifondare una vera etica dello sviluppo e della vita civile negli Stati Uniti sembra ancora un traguardo lontano.

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