Tutte le novità
l'opinione
13 Novembre 2024 - 10:00
La scuola dei mestieri è un’idea innovativa che mira a colmare il divario sempre più ampio tra le competenze digitali, in cui i giovani eccellono, e le abilità manuali, che stanno invece scomparendo. Viviamo in un’epoca in cui l'uso della tecnologia è centrale nella vita quotidiana, tanto che i ragazzi di oggi sono spesso definiti "nativi digitali". Tuttavia, questa forte dipendenza da dispositivi elettronici ha contribuito a un progressivo abbandono delle competenze pratiche e manuali, come il saper piantare un chiodo, cucire un bottone o eseguire semplici riparazioni in casa. Abilità che, fino a pochi decenni fa, erano considerate parte integrante della crescita di una persona.
L’idea di creare laboratori pratici dove volontari anziani, magari in pensione, possano insegnare ai giovani mestieri e attività di manutenzione quotidiana, risponde a un bisogno sociale sempre più urgente. I mestieri manuali, che un tempo si tramandavano di generazione in generazione, rischiano infatti di scomparire. La presenza di anziani esperti come maestri in questi laboratori offre una duplice opportunità: da una parte, consente ai giovani di apprendere abilità pratiche essenziali; dall’altra, offre agli anziani un modo per rimanere attivi e socialmente coinvolti, valorizzando il loro patrimonio di competenze. Questi laboratori potrebbero essere organizzati nelle scuole, nei centri culturali o nelle associazioni di quartiere, creando un ponte tra generazioni e contribuendo alla coesione sociale.
Gli anziani potrebbero insegnare mestieri come falegnameria, sartoria, cucina tradizionale, riparazioni elettriche di base, manutenzione di piccoli elettrodomestici, giardinaggio e altre attività pratiche che appartengono alla loro esperienza. In questo modo, i giovani non solo imparerebbero a svolgere compiti concreti e utili, ma riscoprirebbero anche il valore del lavoro manuale, dell’artigianato e della cura per le cose. Un aspetto importante di questo progetto è la trasmissione di valori che va oltre la semplice acquisizione di competenze tecniche.
Gli anziani, infatti, non insegnerebbero solo come eseguire un lavoro, ma trasmetterebbero anche la pazienza, la precisione e l'attenzione ai dettagli, valori che spesso si perdono nell’immediatezza della vita digitale. Il tempo dedicato alla realizzazione di un oggetto o alla riparazione di un oggetto rotto può insegnare ai ragazzi il valore della perseveranza e dell’autosufficienza, in contrapposizione alla cultura dell’usa e getta che domina la società contemporanea. Un altro beneficio significativo derivante dalla scuola dei mestieri sarebbe la promozione dell’ecosostenibilità. Imparare a riparare oggetti invece di sostituirli continuamente riduce lo spreco di risorse e incentiva un atteggiamento più consapevole nei confronti dell’ambiente. I giovani imparerebbero l’importanza del riciclo, del riuso e della riduzione dei consumi, tematiche sempre più centrali nel dibattito pubblico. Dal punto di vista organizzativo, questo progetto potrebbe essere avviato con il supporto delle amministrazioni comunali e delle associazioni locali.
Si potrebbe partire con piccoli laboratori sperimentali in diversi quartieri, per poi espandersi su scala più ampia una volta testata l’efficacia dell’iniziativa. La partecipazione degli anziani potrebbe essere su base volontaria, ma non si esclude la possibilità di riconoscere loro un rimborso spese o un piccolo compenso simbolico, come forma di ringraziamento per il tempo e l’impegno dedicati. Infine, è importante considerare l’impatto sociale che un’iniziativa di questo tipo potrebbe avere. Oltre a fornire ai giovani competenze pratiche, la scuola dei mestieri creerebbe uno spazio di incontro e dialogo intergenerazionale. In una società che tende sempre più a isolare le diverse fasce di età, un progetto di questo tipo avrebbe il potenziale di rafforzare i legami tra giovani e anziani, promuovendo il rispetto reciproco e la comprensione delle rispettive esperienze di vita. In conclusione, la scuola dei mestieri rappresenta una risposta concreta a una doppia sfida: da una parte, il recupero di competenze manuali essenziali che rischiano di andare perdute; dall’altra, il rafforzamento della coesione sociale attraverso la valorizzazione delle competenze degli anziani. Un progetto che, con il giusto sostegno, potrebbe diventare un modello di successo replicabile su scala nazionale.
©riproduzione riservata
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo