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L'intervento
15 Novembre 2024 - 08:56
A oltre sette anni dal terremoto del 21 agosto 2017 e a pochi giorni dal secondo anniversario della terribile alluvione del 26 novembre 2022, due catastrofi naturali in soli cinque anni, con il precedente dell’alluvione del 10 novembre 2009, che hanno portato a 15 il numero di vite umane perdute, generando un dolore permanente nell’animo dei sopravvissuti, risulta ancora secondario il bilancio materiale: oltre 2.000 edifici colpiti, strade e piazze distrutte, sistema economico e sociale compromesso. Casamicciola, a tutt’oggi, non dispone di un Piano Regolatore Generale (Prg) in vigore e costantemente attuato, come previsto dall’ordinamento della Repubblica Italiana, che assegna al Comune, ente autarchico territoriale, il “governo del proprio territorio”. Questo piccolo Comune, una comunità di circa 8.000 abitanti probabilmente ridotti a 5.000 a causa di emigrazioni forzate, sembra quasi vivere fuori dal quadro dello “Stato di diritto” della Repubblica Italiana, “una e indivisibile”: questo è il punto centrale di ogni riflessione. I “disegni d’autore” dello studio dell’archistar Fuksas non rappresentano una “pianificazione attuativa”. Definire “piano strategico” i cinque disegni d’autore è chiaramente un espediente per giustificare una “pianificazione indicativa” priva di forma e di forza legale. Il primo a sottolineare questo assioma avrebbe dovuto essere l’assessore all’Urbanistica della Regione Campania, Bruno Discepolo, anche lui architetto, il quale, dopo cinque anni di lavoro con 35 urbanisti di varie discipline tecnico-giuridiche, ha “sospeso” perfino l’adozione del “Piano di ricostruzione dell’isola d’Ischia per i comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno”, adottato dalla giunta regionale a luglio 2024. È noto che l’“adozione” non è “approvazione”, poiché quest’ultima richiede un iter lungo e la consultazione civica, oltre alla precisa individuazione dei rischi sismici e idrogeologici, fondamentali per scelte riguardanti possibili insediamenti abitativi. L’urbanizzazione di Casamicciola riguarda un’area di poco più o meno di 2 km² sui 6 di estensione amministrativa, mentre Lacco Ameno presenta un’area colpita dal sisma del 2017 di circa 1 km², così come Forio, colpito marginalmente e oggi area di “espansione economica e sociale” dell’intera Isola d’Ischia. Già nella prima delle 68 pagine delle “norme tecniche di attuazione” del Piano di Ricostruzione è evidente una “codificazione dell’assurdo”: il Pdri appare come un piano generale per tre Comuni, mentre gli altri tre mantengono un regime di inedificabilità assoluta. L’isola d’Ischia si troverebbe quindi a vivere con due legislazioni e due velocità di sviluppo, pur avendo un unico sistema economico, che dovrebbe favorire invece la “coesione”, magari con una sola autorità di governo per i suoi 46 km². Il cosiddetto “piano strategico” dell’archistar, privo di approvazione in consiglio comunale e ratificato solo in giunta, si applica “parzialmente” con atti monocratici come “ordinanze” del commissario di governo Legnini e del sindaco Giosi Ferrandino per interventi di demolizione di edifici pubblici e privati, senza indicare dove, come e quando inizierà la “ricostruzione” per la “rinascita” di scuole, auditorium, centri sociali e culturali, attività economiche e industriali. A oltre sette anni dal terremoto si demoliscono alcuni edifici in piazza Majo e il Capricho de Calise in piazza Marina, senza chiarire dove, come e quando rinascerà la nuova Casamicciola con i suoi servizi essenziali e il sistema economico legato all’antico termalismo, o come saranno recuperati 26 edifici storici vincolati dalla legge n. 1089/39, elencati dalla Soprintendenza ai beni ambientali nel 1988. Nel caso del recupero del complesso del Pio Monte della Misericordia - 30.000 m² e 50.000 m³ in area a mitigazione sismica - siamo ancora fermi al protocollo d’intesa del luglio 2023 tra enti pubblici, nonostante si sappia che tali protocolli non hanno valore giuridico ma rappresentano solo un’intenzione. L’ente Pio Monte, inoltre, non ha ancora ritirato il “permesso a costruire”, rilasciato dal Comune due anni fa dopo un’attesa di dieci anni per il progetto alberghiero pluristellato dell’architetto Massimo Pica Ciamarra. Ci troviamo di fronte a un inqualificabile caos amministrativo e politico, mentre la popolazione affronta enormi disagi sociali e coltiva poche speranze per il presente e il futuro.
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