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L’INTERVENTO

Quelle verità nascoste che dobbiamo conoscere

l 28 ottobre scorso si è tenuta a Reggio Emilia la prima nazionale del docufilm “Fratelli contro, dall’eccidio all’egemonia”, diretto da Antonello Belluco, con sceneggiatura e soggetto dello stesso Belluco e di Raffaella Lucietto. Il documentario è stato presentato in questi giorni anche a Trieste e, sempre in presenza degli autore di quanti hanno autorevolmente contribuito alla sua realizzazione, sarà man mano proiettato in altre città. Dopo il film “ Il Segreto di Italia “, uscito nelle sale italiane nel 2014 , sempre per la regia di Antonello Belluco e premiato nel 2015 come Miglior Film Straniero nel corso della 30esima edizione del Fort Lauderdale International Film Festival , svoltosi negli Stati Uniti, il documentario che è stato proiettato nella città emiliana - presenti in sala gli autori che hanno risposto alle domande del pubblico - è la conclusione di più di dieci anni di ricerche e raccolta di documenti e testimonianze inedite relative agli eventi sanguinosi e poco conosciuti che hanno caratterizzarono alcuni fasi della guerra civile‘43/’45 e dell’immediato secondo dopoguerra. Girato in Emilia-Romagna, Friuli e Veneto, “Fratelli contro” racconta e analizza, con il contributo diretto di giornalisti, psicologi, studiosi e custodi della memoria storica dei fatti narrati, episodi cruenti che sono stati a lungo spiegati come accadimenti marginali dovuti alle conseguenze di una guerra civile aspra e lacerante o giustificati, per più di ottant’anni, come modeste e poco significative anomalie in un contesto storico caratterizzato dal mito monolitico della Resistenza. Inumerosi eccidi non soltanto di fascisti, ma anche di civili inermi, di ex militari, di sacerdoti e di persone non compromesse con il fascismo, perpetrati in quel periodo da elementi appartenenti aformazioni partigiane di matrice comunista, sono stati approfonditi dagli autori del documentario con un’analisi rigorosa che ha consentito di mettere in luce accadimenti importantissimi sotto il profilo storico. Si tratta, infatti, non solo delle divergenze profonde di finalità e di metodo che caratterizzarono il fronte della resistenza armata al fascismo, quanto della natura egemonica degli eccidi perpetrati da quegli appartenenti a gruppi partigiani di ideologia comunista il cui reale obiettivo, non casuale, ma accuratamente pianificato, era quello di andare ben oltre la lotta al fascismo repubblicano di Salò per tentare di edificare in Italia, dopo la caduta del fascismo e la fine del conflitto mondiale, un regime di stampo sovietico. Questo documentario - inchiesta prova dunque ad andare in profondità, mettendo in luce anche verità mai raccontate, con l’obiettivo di far conoscere e storicizzare episodi sui quali è stato fatto calare per troppo tempo un velo di colpevole e strumentale oblio e raccontarli al pubblico per quello che hanno rappresentato, lungi da narrazioni unilaterali o semplicistiche, ma con il solo obiettivo di comprendere meglio il nostro passato. Antonello Belluco e Raffaella Lucietto, i due autori, si sono avvalsi dell’importante contributo e della partecipazione al racconto di un giornalista del calibro di Fausto Biloslavo e di una psicologa e criminologa notissima a livello internazionale come Vera Slepoj, purtroppo tragicamente scomparsa quest’estate, a seguito di un improvviso malore. E particolarmente significativi, ai fini della ricostruzione dei fatti narrati, sono gli interventi di Enzo Cicchino, regista e autore di documentari storici, di Roberto Volpetti, Presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo - Friuli e di Matilde Sella, Presidente dell’Associazione Familiari Vittime di Schio. Il racconto della mattanza compiuta nel carcere di Schio, in provincia di Vicenza, due mesi dopo la fine della guerra civile ’43/’45 si intreccia così con il massacro, a Malga Porzus, dei partigiani non comunisti della Brigata Osoppo e con la lunga scia di cadaveri del “triangolo della morte” in Emilia-Romagna. Ma si tratta solo della punta di un gigantesco iceberg sul quale “Fratelli Contro” contribuisce ad accendere il potente riflettore della Storia che prima o poi, si sa, è in grado di far luce su ogni verità nascosta e su ogni “maquillage” narrativo, senza conceder sconti a nessuno.

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