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L'opinione
19 Novembre 2024 - 14:31
Donatella Tesei
Sorride il centro-sinistra e non era scontato. Largo successo in Emilia, avanti di una corta incollatura in Umbria. La governatrice Tesei non replica. Si ferma a pochi metri dal traguardo. La discesa in campo di Bandecchi, Sindaco di Terni, non è stata decisiva per il centro-destra.
La sua città ha garantito una scarsa affluenza e pochi voti di lista. Così il successo è sfumato sul traguardo. Nulla di preoccupante, intendiamoci. L’Umbria è stata sempre una regione difficile per le forze di Governo. La stessa prima cittadina di Perugia è del Pd. Anche lei vinse per una manciata di consensi.
Territori tradizionalmente divisi in due. In questi casi basta poco, qualche candidatura sbagliata, qualche civica meglio strutturata per far la differenza. Il futuro, quindi, ha ora l’immagine di Stefania Proietti, ingegnere energetico, 49 anni, civica indipendente, prima cittadina di Assisi e presidente della Provincia di Perugia, da sempre legata all’attivismo francescano. Concezioni e tendenze tipicamente conservatrici.
Il risultato emiliano ha, invece, molte chiavi di lettura. Il tentativo del centro destra di spostare la campagna sui disagi delle alluvioni e sui mancati interventi strutturali si è rivelato solo un’illusione ottica. Anche nei territori più disastrati quali Bagnocavallo e Budrio l’affluenza ha rivelato margini di assoluta normalità. I numeri, stavolta, hanno parlato chiaro: Pd oltre il 40%, 5 Stelle intorno al 4, anche qui non c’è stata partita.
Ha funzionato ancora, perfettamente, il modello organizzativo romagnolo, la fiducia verso una classe politica che, in un recente passato, ha espresso Schlein e Bonaccini ed oggi propone alla guida della Regione il Sindaco di Ravenna, il moderato Michele De Pasquale.
Attento a seppellire ogni fuoco di guerriglia all’interno della coalizione grazie ad una mossa intelligente. L’inserimento dei renziani, indigesti ai 5 Stelle, nella lista titolata a suo nome, sigillando un campo decisamente largo e fatalmente vincente. Un alfabeto tattico nuovo per un centro-sinistra che cerca ancora una formula chiara, coesa e stringente in marcia verso gli importanti appuntamenti regionali del prossimo anno: Campania, Toscana, Veneto, Marche e Puglia.
Realtà che, anche alla luce delle votazioni di quest’anno tendono a confermare una dinamica bipolare. Insomma, siamo dentro una perenne cavalcata elettorale che, nello scolorimento delle ideologie, offre solo brevi orizzonti, sviluppando costantemente la necessità di slogan fulminanti, semplici proclami, programmi a basso voltaggio. Provando a stupire tutti con un nuovo incantesimo, puntando poi necessariamente al prossimo traguardo.
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