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Lettera al direttore

Le qualità professionali e di mediazione del “prof”

L'opinione di Franco Bianco sulla nomina di Gaetano Manfredi a presidente dell'Anci

Le qualità professionali e di mediazione del “prof”

Gentile Direttore, la scelta di eleggere il sindaco di Napoli, il professore Gaetano Manfredi a Presidente dell’Anci è stata più che positiva, per una miriade di ragioni. A parte il campanilismo, che francamente ho ritenuto di pessimo gusto da parte del sindaco di Milano, Sala, tra l’altro evocato in un momento poco felice per il sentimento nazionale, serpeggiante nella nostra popolazione all’indomani della legge sull’autonomia differenziata, giustamente osservata dalla Suprema Corte Costituzionale, credo che la nomina di Manfredi sia un atto di buon senso nazionale, legato anche alle qualità professionali e di mediazione del nostro sindaco. Non devo ricordare certamente io ai lettori chi è Gaetano Manfredi. professore universitario di Ingegneria, già Rettore della Federico II e Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane dal 2015 al 2020, ministro dell’Università e Ricerca fino al 2021 quando viene eletto a sindaco di Napoli. A parte un curriculum di tale spessore, da sindaco, il professor Manfredi ha mostrato saggezza e qualità di mediazione, come un “consumato“ politico, rendendolo il più qualificato a rappresentare i sindaci d’Italia. Che, poi, sia del Sud, e di Napoli, in particolare, è un ulteriore elemento d’orgoglio, ma anche una garanzia che tra le “pulsioni“ nordiste e la “trincea” sudista vi sia un collagene di moderatismo e di buon senso che al sindaco Manfredi non fanno certo difetto. Alcune riflessioni, però, mi siano consentite. Mi sono sempre sforzato, nel mio “piccolo” di essere anch’io un “mediatore”, ritenendo che gli estremismi creino solo confusione, “guerriglie”, se non vere guerre, senza portare alcun beneficio. Negli anni tra il 1988 e il 1991, come sa chi mi legge, fui assessore a Napoli, prima al Personale, poi allo Sport. I miei due sindaci di riferimento furono prima l’eurodeputato Pietro Lezzi, grande figura d’altri tempi , poi il professor Nello Polese, anch’egli professore universitario di Ingegneria alla Federico II. Cito solo tre accadimenti di quell’epoca. La riforma della macchina comunale, che “rifondò” i basamenti della complessa articolazione in merito alla responsabilità e compiti della burocrazia, in base ai nuovi dettami della legge “Gava”, che disgiungeva il potere della politica da quello amministrativo. L’apertura dello stadio, allora “San Paolo”, alla musica e non solo alle partite di calcio con i concerti di Claudio Baglioni e poi degli “U2”, che mobilitarono addirittura una nave dalla Sardegna per Napoli. I Mondiali di calcio del 1990, dove Napoli ospitò la semifinale Italia-Argentina. Per non parlare ancora dei G7 a Napoli del luglio 1994, quando “il mondo scelse Napoli”, come fu felicemente detto da un giornalista in un suo editoriale. Ho citato questi pochi, ma significativi, esempi, Direttore, perché ho notato da tempo che c’è una “rincorsa” all’enfatizzazione di quel che accade oggi a Napoli di positivo, quasi a “meravigliarsi” o esaltare “il miracolo”. Vorrei dire ai tanti “plaudentes”, assessori al ramo in primis, che Napoli non sta vivendo un “nuovo Rinascimento” , perché lo ha già avuto negli anni ‘90, e che sarebbe molto più saggio e producente non solo enumerare indiscriminatamente i flussi turistici o gli eventi culturali, tout court, ma analizzare i fenomeni di accoglienza e di vivibilità, in cui non ho letto o ascoltato difese od argomenti di confutazione all’affermazione che siamo l’ultima città d’Italia per qualità della vita come pubblicato dal “Sole 24 ore”. Mi fa quasi “tenerezza” leggere che Napoli ospiterà un torneo di tennis ATP 250 (il minimo), quando ho visto Torino rifulgere nella sfera mondiale per l’Atp Tour Finals, che vuol dire veder giocare i migliori 8 tennisti al mondo, non il 200 e passa, per esempio, a Napoli. Napoli è la più bella città al mondo, e va valorizzata con interventi di lungo respiro, non appoggiandosi alla sua storia e fama mondiale, ma “accompagnando” i processi di innovazione e, soprattutto, garantendone la vivibilità. In una mia precedente lettera scrissi della fortuna di avere a Napoli un Prefetto, che è presente ovunque venga richiamata la sua attenzione. Il Prefetto, per i pochi che non lo sanno, rappresenta l’Istituzione dello Stato in città e Provincia. Abbiamo anche la fortuna di avere un ministro dell’Interno che viene dall’esperienza prefettizia anche lui (già Prefetto di Roma ) nostro corregionale e molto attivo per la protezione del nostro territorio. Abbiamo Enti ed Associazioni di fama e rilievo internazionali, che fanno invidia al mondo intero, come il Teatro San Carlo; l’Accademia di Belle Arti; il Conservatorio di San Pietro a Majella. Si faccia leva sul loro “know how“, invece di ricercare nell’autocelebrazione per i flussi turistici o iniziative estemporanee. Vorrei, infine, rivolgere un “sommesso” appello al sindaco Manfredi, nella sua nuova veste di Presidente dell’Anci: sia Presidente di tutti i Comuni d’Italia, com’ è giusto. Porti Napoli nel cuore, anche perché è sempre il sindaco della città, e non indulga mai nella “meraviglia” o esaltazione, se a Napoli si fa una partita di tennis sul lungomare, con tanto di manto cedevole alla pioggia, o il “presunto” Pulcinella di piazza Municipio sia una delle installazioni più fotografate a Napoli. Il grande filosofo tedesco, seguace di Hegel, Karl Rosenkranz scrisse che anche il “brutto” ha una sua “estetica“! 

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