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I numeri della violenza: un’emergenza da fermare

Il 19 di questo mese abbiamo avuto i numeri. Mica da giocare, intendiamoci

I numeri della violenza: un’emergenza da fermare

Il 19 di questo mese abbiamo avuto i numeri. Mica da giocare, intendiamoci. I numeri su cui riflettere prima, durante e dopo la giornata odierna dedicata al contrasto alla violenza sulle donne. Sono stati resi noti dal ministro dell’Interno Piantedosi nel corso della presentazione della campagna di sensibilizzazione dal titolo #nessunascusacontro la violenza di genere presso la Luiss di Roma e sono, nel dettaglio, quelli relativi alle donne morte per violenza subita.

Questi i dati emersi: “Su 96 donne uccise nel 2024, per 82 di loro l’assassinio è avvenuto in contesti familiari o affettivi, di queste ultime 51 hanno perso la vita per mano del partner o dell’ex partner”. Piantedosi, che sembra non abbia mai usato la parola femminicidio, ha prudentemente evidenziato, però, le differenze delle circostanze delle morti da gennaio al 3 novembre 2024. Ha aggiunto, poi, che si registra il calo del 9% delle uccisioni violente di donne e, in particolare, del 5% di quelle avvenute in ambitofamiliare. Calo minimo, come da lui specificato, che non cambia sostanzialmente la gravità della situazione.

Il ministro ha aggiunto, infatti, “Ci sono altri reati che sono significativi di un fenomeno molto più vasto”. Ed ha definito la violenza contro le donne un'emergenza da contrastare con ogni possibile soluzione. I reati cui, evidentemente, si riferisce sono quelli che emergono dalle denunce di stupro e stalking in continuo aumento. Queste ultime, comunque, non ancora molto rappresentative della “reale realta”. Troppe ancora sono, infatti, le resistenze a sporgere denuncia per le diversificate conseguenze che ne potrebbero derivare. Fenomeno vasto, emergenza afferma Piantedosi.

Piaga purulenta di un maschilismo radicato che resiste ai progressi civili, culturali e giuridici del terzo millennio, aggiungo io. I perché sono tanti e se ne può parlare a lungo. L’invito, però, è a volgere lo sguardo ad un nuovo orizzonte che, piano piano, si sta facendo strada; diverse iniziative via via più numerose stanno, infatti,muovendo i loro passi.

Qualche esempio: manifestazioni antiviolenza sempre più frequenti coinvolgono giovani e meno giovani, numerose reti di associazioni si diffondono sui territori, il violentometro, cioè un questionario che “misura” gli atti di violenza domestica, è facilmente consultabile sul weeb e la neonata Fondazione Cecchettin, pensata e creata da un padre “orfano” di una figlia, che sta trasformando il dolore in amore per i giovani. La cittadinanza attiva si è attivata! 

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