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L'opinione
25 Novembre 2024 - 08:57
Vorrei partire dalla fine. Da quando l’arbitro Massa di Imperia ha chiuso i conti di Napoli-Roma e al Maradona è partita la canzone Napule è mille culure del grande Pino Daniele. Prima del match è stato ascoltato “Again”, un brano inedito del 2009 che la famiglia del cantautore scomparso nel 2015 ha voluto regalare al grande popolo napoletano. Tante emozioni, dunque, sia prima che dopo.
E il successo finale degli azzurri è stata la ciliegina sulla torta di una serata particolare ed emozionante dove Di Lorenzo e compagni hanno riconquistato la vetta della classifica grazie al gol di Lukaku. C’è stata una grande risposta a chi voleva il primato della Serie A dopo 13 giornate di campionato. Inter, Atalanta e Fiorentina, che avevano giocato prima, speravano in un passo falso dei partenopei per guardarli dall’alto.
Ma così non è stato perché l’anima napoletana è venuta fuori in una gara molto difficile contro un’avversaria che voleva solo portare a casa un pareggio. Ranieri sognava di fare uno sgambetto all’amico Conte nel suo terzo mandato giallorosso. Pensava che chiudendosi tutto dietro la linea della palla sarebbe riuscito ad evitare la sconfitta. C’era riuscito nel primo tempo. Ma nella ripresa, dopo nove minuti, si è ritrovato sotto perché Di Lorenzo si è vestito da assist-man e Big Rom si è fatto trovare al posto giusto tra Svilar e Hummels.
A fine partita entrambi hanno ammesso che quell’azione l’avevano provata proprio il sabato nella rifinitura. Si resta, dunque, in vetta da soli. Ed è un bel dire. Il Napoli riprende a correre nel suo stadio che ha fatto registrare l’ennesimo sold out. Ci teneva Tonino Conte a vincere di nuovo in casa. C’era riuscito sempre fino alla partita con l’Atalanta. Il crollo con la Dea, però, non ha fatto danni visto il bel pareggio al Meazza con l’Inter e il successo con la Roma. Tutto sommato la tabella di marcia è funzionale al progetto del club.
Che come ricordato da Conte e De Laurentiis non è la conquista dello scudetto ma la qualificazione alla prossima Champions League. Inutile dire che nessuno crede al presidente e all’allenatore. In un torneo così equilibrato, vedi il rendimento di chi insegue, sarebbe un peccato. Sicuramente è presto per potersi illudere ma continuando in questo modo si può tranquillamente lottare alla pari di avversarie (Inter e Atalanta) costruite per poter ben figurare anche in Europa.
La struttura che ha a disposizione Conte è qualche gradino più giù ma lo spirito di sacrificio e la volle di esultare sempre stanno facendo la differenza. Certo, i risultati arrivano a corto muso. Poco importa. È fondamentale non subire reti perché prima o poi la davanti qualcuno un gol lo realizza. Detto, fatto.
Meret è tornato ad essere imbattuto grazie anche all’aiuto della traversa. La difesa ha funzionato bene riprendendosi la scena in una stagione che deve essere assolutamente diversa da quella passata. Conte può essere felice di un gruppo che lo segue alla lettera e che gli può togliere grandi soddisfazioni. Ora testa alla sfida in casa del Torino mentre le inseguitrici saranno tutte impegnate in Europa. Oggi, intanto, al città vivrà una giornata particolare. Quattro anni fa moriva Maradona e naturalmente ci saranno tante manifestazioni per ricordarlo. Anche se Diego, come Pino Daniele, è sempre tra di noi.
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