Tutte le novità
L'opinione
26 Novembre 2024 - 09:14
L’era della solitudine è un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società. Il progressivo isolamento sociale, la perdita dei legami autentici e, soprattutto, l’assenza di reti familiari solide colpiscono in modo particolare gli anziani e le persone fragili.
Tra le risposte giuridiche e sociali a questa condizione, spicca la figura dell’amministratore di sostegno, introdotta dalla legge 6/2004. Un istituto che, nel corso degli anni, ha acquisito rilevanza per la sua capacità di adattarsi alle diverse esigenze di persone che, per motivi di salute o per incapacità circoscritte, non sono in grado di occuparsi autonomamente delle proprie necessità quotidiane. Rispetto alle tradizionali figure di tutela e curatela, l’amministratore di sostegno si distingue per flessibilità e capacità di intervento personalizzato.
Questo strumento giuridico permette di “cucire” il supporto sulle reali necessità della persona, garantendo un sostegno puntuale senza privarla della capacità di agire in maniera autonoma per le questioni che è ancora in grado di gestire. La procedura di nomina è relativamente semplice: il ricorso può essere presentato direttamente al giudice tutelare, anche senza avvocato, da soggetti come il beneficiario stesso, i familiari, gli operatori sociali o sanitari, e persino dal pubblico ministero.
Una volta accertate le condizioni, il giudice individua i poteri necessari da attribuire all’amministratore di sostegno, che possono variare dalla gestione economica alla tutela sanitaria. L’amministratore di sostegno, spesso scelto tra i familiari prossimi del beneficiario, è chiamato a svolgere un compito complesso e delicato. Sebbene il ruolo non sia retribuito (ad eccezione di eventuali rimborsi spese o indennità per i professionisti), richiede grande dedizione e responsabilità.
Nei casi in cui non vi siano familiari disponibili o idonei, il tribunale può attingere a liste di professionisti, come avvocati, pronti a ricoprire questo incarico. Tuttavia, l’efficacia dello strumento dipende dalla corretta applicazione e dal monitoraggio. Esistono situazioni in cui l’amministratore di sostegno può essere revocato, ad esempio se le esigenze della persona cambiano o se si rendono necessari istituti più rigidi, come la tutela o la curatela.
L’importanza di questa figura è testimoniata anche dalla giurisprudenza, come dimostrato dalla sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione del 2019. In quel caso, si discusse del diritto di un testimone di Geova di designare un amministratore di sostegno per rifiutare trattamenti sanitari contrari alla propria religione. La Corte riconobbe la legittimità di tale richiesta, sottolineando come questo strumento possa tutelare non solo la fragilità fisica o psichica, ma anche i diritti fondamentali dell’individuo, come l’autodeterminazione e la libertà religiosa.
Al di là dell’aspetto giuridico, l’amministratore di sostegno riflette una necessità più ampia: quella di una società che deve rispondere all’isolamento e alla solitudine. Promuovere scambi sociali e attività terapeutiche per contrastare l’isolamento degli anziani e dei soggetti fragili è un passo indispensabile. Non basta intervenire quando i legami familiari si sfaldano o vengono meno: bisogna costruire una rete sociale capace di prevenire queste situazioni.
Inoltre, la funzione dell’amministratore di sostegno si estende anche ad aspetti pratici. Può garantire la gestione di beni e patrimoni che altrimenti rischierebbero di deteriorarsi, prevenendo il fenomeno delle eredità giacenti, spesso abbandonate e lasciate senza amministrazione. L’amministratore di sostegno rappresenta una risposta efficace e umana a problemi complessi, in un’epoca in cui la fragilità personale si intreccia con il disfacimento delle relazioni sociali.
Tuttavia, per affrontare la solitudine e l’isolamento in maniera strutturale, è necessario andare oltre la dimensione giuridica. Serve un impegno collettivo per costruire una società più inclusiva, capace di offrire non solo strumenti di sostegno, ma anche nuove opportunità di relazione e condivisione. L’obiettivo deve essere quello di restituire dignità e qualità di vita a chi, per vari motivi, rischia di rimanere ai margini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo