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La ghigliottina di Grillo e il “Regolamento di Conte”

Il rito sacrificale si compie nel rispetto delle attese

La ghigliottina di Grillo e il “Regolamento di Conte”

Beppe Grillo e Giuseppe Conte

Il rito sacrificale si compie nel rispetto delle attese. Alle cinque della sera di domenica, come in una corrida, Beppe Grillo viene fatto fuori dai 5 Stelle, scompare la figura del Garante, del fondatore, dell’uomo guida, fate voi.

La voracità delle mille convenienze trova il suo atto finale. Tutti contenti o quasi. Scompare il limite dei due mandati, addio al ricambio della classe politica, accolta la deroga per sindaci e presidenti di Regione, avanti con il campo progressista da interpretare in una logica indipendente. L’assemblea si scioglie tra timidi sorrisi.

Il parricidio è compiuto, da domani si potrà continuare a fare e disfare, senza dover dar conto a nessuno. Con la Lega, col Pd, con la Lega ed il Pd, tutto e il contrario di tutto perché, come sostiene coraggiosamente Travaglio “le alleanze sono semplicemente una strategia per raggiungere i propri obiettivi“.

In questo indecifrabile quadro, Giuseppe Conte sigilla l’ennesima esecuzione. Dopo Casaleggio, dopo Di Maio, tocca ora a Beppe Grillo. Basta promettere a vecchi e nuovi che si potranno tranquillamente ricandidare (anche se bisognerà poi sciogliere il mistero misericordioso dei voti) e, per chi resta fuori, un contratto di consulenza con il gruppo parlamentare di Camera e Senato da centinaia di migliaia di euro l’anno può sempre essere sottoscritto.

Questo il nuovo che avanza nella politica italiana, pronti a sfornare un nuovo reddito di cittadinanza, un nuovo bonus edilizio, qualche altra prebenda degna del voto di scambio. Si aspettava, in effetti, qualcosa in più dall’area grillina, rispetto ai quindici contestatori del Palazzo dei Congressi che hanno inscenato una semplice cagnara.

Ma il comico ha preferito non partecipare, Toninelli è scomparso dai radar e la stessa Raggi non si è presentata “per motivi familiari“. Un’opposizione da ridere. Concretizzatasi, in effetti, solo con il nuovo slogan di Grillo sui social “da francescani a gesuiti“, battuta per palati fini, e ognuno interpreti quel che gli pare.

In chiave politica, prevale la confusa “circolarità delle idee“. Sull’autonomia differenziata si resta col Pd, sull’Ucraina rapida, indecifrabile richiesta di pace mentre Hamas ha qualche consenso in più di Israele, vedremo cosa ci riserva il futuro. I 5 Stelle erano nati per aprire il Parlamento come la famosa scatoletta di tonno. Per il momento siamo semplicemente al “Regolamento di Conte”. 

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