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la riflessione

Aristotele e il Dio cristiano: confronto filosofia-teologia

Il Dio aristotelico è una sostanza immateriale, eterna, non creata

La prova dell’esistenza di dio e il movimento di Aristotele

I neoplatonici, anni dopo, identificarono nel “primo motore immobile” il Dio di Aristotele, adottando il XII libro della Metafisica, ribattezzato La Teologia di Aristotele. Il Dio aristotelico, però, è molto diverso da una divinità antropomorfa: è una sostanza immateriale, definita “atto puro”, eterna, non creata, esistente da sempre, proprio come il tempo e il caos della materia. Quest’ultimo, in un movimento perpetuo, evolve in forme sempre più definite. Questa sostanza immateriale esiste in sé stessa, senza alcun intervento diretto sulla materia o sull’uomo.

L’universo si bilancia autonomamente, e la vita umana è vista come un puro caso, un’esistenza di materia organica evoluta, non voluta né progettata. Pur condividendo con Platone l’idea che cerchiamo il bene e la perfezione, il Dio aristotelico non offre risposte: immobile e compiuto, è la causa prima della nostra esistenza, senza interagire con essa. Prima considerazione: In Giacomo (1,17) si afferma che “ogni cosa buona viene dall’alto e discende dal Padre”, immutabile e perfetto. Anche Aristotele e Platone attribuiscono a Dio il bene supremo. Tuttavia, mentre il Dio cristiano è “infinitamente buono”, il Dio aristotelico, pur essendo puro atto, non muta né interviene nella creazione.

Seconda considerazione: Gli uomini imperfetti cercano la perfezione seguendo l’esempio di Cristo (Corinzi 11,1). Analogamente, per Aristotele, le forme caotiche della materia tendono alla perfezione della sostanza sovrasensibile, pur senza mai raggiungerla. Terza considerazione: La principale attività del Dio aristotelico è il pensiero eterno e incorruttibile, distante dal Dio cristiano che, in Giovanni (1,1), “si fa parola e crea il mondo”. Per Paolo (Ebrei 11,3), la creazione scaturisce dalla parola di Dio, una forza eterna che precede il tempo e la materia. Quarta considerazione: Il Dio di Aristotele, essendo puro atto, è invisibile ed eterno, come enuncia Paolo (Corinzi 4,18): “Ciò che è eterno appartiene alle cose che non si vedono”. Lo stesso si legge in Giovanni (1,18): “Dio nessuno l’ha mai visto”. Quinta considerazione: Sia la sostanza sovrasensibile che il Dio cristiano sono “generati, non creati”, poiché non esiste un prima. Sesta considerazione: Il pensiero del Dio aristotelico, perfetto e compiuto, non può coincidere con i nostri.

Come afferma Isaia (55,8): “I miei pensieri non sono i vostri”. Aristotele fu il primo filosofo a fornire una dimostrazione logica dell’esistenza di Dio come causa prima, senza attribuirgli caratteristiche antropomorfiche. Il Dio aristotelico, definito sostanza sovrasensibile, è immutabile, eterno e privo di interventi sulla materia e sull’uomo. Non c’è inizio né fine, ma un eterno movimento e tempo, in cui l’esistenza è un caso, lontano dalla visione amorevole e progettuale del Dio cristiano.

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