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29 Novembre 2024 - 14:25
Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha deliberato l’immissione della Via Appia tra le opere tutelate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Si tratta della prima candidatura avanzata direttamente dal Ministero della Cultura Italiano, che ha coordinato tutte le fasi del lungo processo di riconoscimento, predisponendo altresì la documentazione necessaria per la richiesta di iscrizione nella prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Enorme la soddisfazione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ha espresso contributo con orgoglio all’ambito riconoscimento.
La via Appia, voluta dal Censore Appio Claudio Cieco nel 312 A.C., costituì l’asse viario fondamentale per Roma sia dal punto di vista militare e strategico, sia dal punto di vista commerciale, per i traffici che si incrementarono più facilmente con i territori e le città della ex Magna Grecia e con il mondo ellenico attraverso il mare Ionio e l’Adriatico. L’arteria consolare, soprattutto a Roma, nel suo tratto urbano, ma anche nel suo lungo percorso verso sud, è costellata di monumenti sepolcrali di patrizi e personaggi pubblici che vollero edificare questi edifici proprio lungo il percorso della Via Appia e ai lati della stessa. Un risultato, dunque, indubbiamente esaltante per il nostro Paese, la nostra diplomazia e i Ministeri interessati che hanno costruito pezzo su pezzo la storia, l’arte e l’ingegno delle genti italiche, esaltando le peculiarità ingegneristiche e artistiche di un’opera pubblica che migliaia di anni or sono ha gettato le basi per un profondo stravolgimento negli scambi culturali, commerciali e nei rapporti sociali tra popoli così diversi e distanti da Roma e dal centro dell’Impero.
Un risultato che premia la caparbietà, la competenza e la volontà ferrea, in primis del nostro concittadino e ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che sta inanellando risultati davvero sorprendenti nel recupero e valorizzazione di ogni sito di interesse culturale esistente sul territorio nazionale che non abbia suscitato, sin ora, il giusto riconoscimento artistico e culturale. Procedendo, nel contempo, in una meticolosa azione di indispensabile recupero e promozione del bene pubblico. Tanto per incrementare ed esaltare in maniera diffusa la fruizione di siti di interesse culturale e turistico ed offrire sempre maggiori opportunità di conoscenza del nostro impareggiabile patrimonio artistico, in ogni parte d’Italia. La città di Napoli e la Campania, dobbiamo riconoscere, hanno ricevuto le “attenzioni” maggiori in questi due anni di governo di Centrodestra da parte del Ministero della Cultura. Certamente per una particolare cura del ministro verso la sua città, ma anche e soprattutto perché il comparto della Cultura a Napoli e nel Mezzogiorno stava vivendo un appannamento ingiustificabile, con una attività di promozione culturale ridotta e scaduta di interesse in tutti i siti museali, anche i più prestigiosi della Campania.
Il lavoro del Ministero si è immediatamente tradotto in una rivitalizzazione delle attività di istituto, attraverso incontri mirati e visite anche improvvise o inaspettate del ministro in ogni sito di interesse culturale. Si è proceduto immediatamente nel disporre lavori urgenti e improcrastinabili nei giardini della Floridiana in Napoli, riscoprendo un parco storico della città e restituendo il Museo Duca di Martina al suo riconosciuto splendore. Si sono disposte fonti di finanziamento ministeriali ad hoc per il recupero e restauro complessivo di Palazzo Fuga in Piazza Carlo III, implementando le risorse già disposte dal Governo attraverso il Pnrr. Uno sforzo davvero notevole che investe il fabbricato storico più grande d’Europa, che verrà restituito a breve alla città nel suo antico splendore architettonico, con funzioni esclusivamente pubbliche nel campo della cultura, della didattica, della ricerca scientifica.
Sono stati erogati finanziamenti ministeriali per il restauro complessivo del Maschio Angioino, di proprietà comunale, recuperati e riaperti i Musei di Castellammare di Stabia e di Sorrento. Rilanciata splendidamente La Fondazione Ville Vesuviane creando una virtuosa collaborazione con il complesso archeologico degli Scavi di Ercolano. Ed è proprio per questa profonda conoscenza delle attività ministeriali e la passione fuori del comune dimostrata dal ministro in ogni sua iniziativa, che ci lascia semplicemente sconcertati nell’apprendere le polemiche sterili e pretestuose del Presidente del “Giffoni Film Festival” Claudio Gubitosi, rivolte a Sangiuliano, per la riduzione dei finanziamenti del Ministero al suo festival del cinema per ragazzi.
Bassezze davvero insopportabili se è vero, come è vero, che per l’anno 2024 il Ministero della Cultura, legittimamente, ha inteso porre un tetto massimo di assegnazione di contributi pubblici, in capo al Ministero, per non oltre 400.000 euro per ciascuna iniziativa degna di sostegno. Le accuse infondate e volgari espresse pubblicamente anche con “sit in” dal Gubitosi presso gli uffici romani del Ministero, dimostrano, al contrario di quanto afferma il Presidente del Festival di Giffoni, che la motivazione della polemica è certamente politica, ma espressa solo e soltanto nelle intenzioni e nelle dichiarazioni del Gubitosi stesso. Guai a toccare vecchi privilegi e rendite di posizione consolidate nel tempo.
Pertanto va sottolineato che nessuno ha mai espresso valutazioni negative sul Film Festival di Giffoni e sulla valenza culturale dell’iniziativa cinematografica. Men che meno il ministro Sangiuliano. Ma non si può tacere ne contestare il principio che chi assume responsabilità di governo così importanti e fondamentali, ha il dovere di scegliere. Possibilmente bene. E chi agisce per razionalizzare e moralizzare un settore ove vengono erogate risorse pubbliche, ha il sacrosanto diritto e il dovere di farlo. E in questo “cammino” ha tutto il sostegno e la solidarietà degli italiani degni di questo nome.
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